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Cose da sapere sulla Conferenza sul clima di Parigi

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Fino all'11 dicembre, i leader e i delegati di 195 Paesi discuteranno sulle misure contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici

Si è aperta lunedì 30 novembre, a Parigi la 21esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la riunione dei leader e dei rappresentanti di 195 Paesi impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici. 

Nell’aeroporto di Le Bourget, nel nord della capitale francese, per le prossime due settimane i delegati delle Nazioni coinvolte terranno incontri e riunioni, con l’obiettivo di creare un programma di azione concreto contro il riscaldamento globale, promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili e diminuire le emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra.

A inaugurare i lavori della conferenza è stato il vertice bilaterale tra il presidente statunitense Barack Obama e l’omologo cinese Xi Jinping. Durante l’incontro i due leader si sono impegnati a lavorare fianco a fianco per raggiungere gli obiettivi previsti dalla Conferenza. 

Obama ha sottolineato che la priorità è l’abbattimento dei livelli delle emissioni nocive nell’aria, responsabili dell’effetto serra e dell’innalzamento delle temperature a livello globale. Attualmente Cina e Stati Uniti sono i paesi che hanno le emissioni di carbonio più alte al mondo. 

I lavori della conferenza sul clima Parigi 2015 verranno aperti dai discorsi dei leader dei 150 Paesi responsabili del 90% delle emissioni dei gas che contribuiscono ad alimentare l’effetto serra. Successivamente prenderanno il via i colloqui di Cop21 che, affidati ai 40mila delegati presenti, proseguiranno fino al prossimo 11 Dicembre. 

Il primo a parlare è stato Obama, che ha ribadito l’importanza dell’impegno che tutti i Paesi hanno preso partecipando alla conferenza. “Le Nazioni presenti dimostrano la volontà condivisa di affrontare i problemi legati al clima”, ha ribadito il capo della Casa Bianca sottolineando che tutela dell’ambiente e crescita economica non sono realtà inconciliabili. “Come leader del Paese economicamente egemone, seconda Nazione al mondo per il livello di emissioni inquinanti, riconosco il ruolo degli Stati Uniti e mi assumo la responsabilità di quanto deve essere fatto per risolvere il problema”, ha aggiunto.

Ha ribadito l’importanza della Conferenza che si inaugura oggi anche il presidente cinese Xi. Cop21 non è “un traguardo ma un punto da cui partire”, ha ribadito dal palco di Parigi. Il capo di Stato ha inoltre evidenziato il ruolo egemone che, in fatto di contrasto ai cambianti climatici, devono avere i Paesi economicamente solidi, per tutelare le differenze tra le singole Nazioni e lasciare le economie in via di sviluppo libere di crescere. 

Questi sono gli obiettivi della Conferenza:

– fermare il surriscaldamento globale: lo scopo del vertice è quello di studiare misure specifiche per fermare l’innalzamento delle temperature a livello globale ed evitare che la media delle temperature stesse si spinga oltre i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli dell’epoca pre-industriale. 

– ridurre le emissioni di gas serra: i 195 Paesi coinvolti dovranno provvedere ad abbattere i livelli di emissioni di gas nocivi per l’ambiente, studiando soluzioni più incisive rispetto a quanto deciso in passato. 

diminuire la dipendenza dal carbone, dal petrolio e dalle fonti energetiche più inquinanti

– abbattere il costo delle energie rinnovabili: Diciannove dei 195 Paesi partecipanti, compresi Stati Uniti, Francia e India, hanno annunciato per i prossimi cinque anni il raddoppiamento dei fondi dedicati alla ricerca sulle energie rinnovabili. Un passaggio che il Green Climate Found, organismo internazionale che raccoglie 24 Paesi, spera di favorire stanziando, fino al 2020, cento miliardi di dollari, pari a quasi 95 miliardi di euro. Nello stesso impegno rientra l’iniziativa di India e Francia, che hanno annunciato la creazione di un accordo internazionale tra i cento Paesi dell’area tropicale per facilitare l’utilizzo e la condivisione dell’energia solare.

creare un piano di azione concreto: ad auspicarlo è stato, soprattutto, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha esortato le Nazioni che prenderanno parte alla Cop21 a studiare un programma di azione concreto e condiviso che impegni nella lotta al surriscaldamento climatico tutti i Paesi, da quelli più solidi a quelli in via di sviluppo. 

La 21esima edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima spera così, con iniziative strutturate e solide, di rimediare ai fallimenti che hanno segnato le tappe precedenti nella lotta al cambiamento climatico. Esempi significativi, da questo punto di vista, sono la Conferenza di Copenaghen del 2009 e il protocollo di Kyoto del 1997. I dissapori che hanno segnato i colloqui ospitati nella capitale danese, nel primo caso, e i provvedimenti fin troppo cauti adottati dai leader mondiali riuniti in Giappone, nel secondo, sono, per Cop21, esempi da superare. 

Un fallimento testimoniato, proprio a ridosso dell’apertura dei lavori, dai dati resi noti dall’agenzia federale degli Stati Uniti per la meteorologia (Noaa), secondo cui il 2015 sarà l’anno più caldo degli ultimi 136 anni.  

(Il Climate change calculator elaborato dal Financial Times spiega in modo interattivo quanto i vari paesi dovrebbero diminuire le proprie emissioni per evitare il riscaldamento climatico oltre i due gradi dall’epoca pre-industriale)

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