L’attivista pakistano Khurram Zaki è stato ucciso a Karachi
L’attacco è stato rivendicato da un gruppo collegato ai Taliban
Un famoso attivista per i diritti umani, Khurram Zaki, è stato ucciso sabato 7 maggio a Karachi, in Pakistan. Zaki stava cenando in un ristorante della città quando due uomini a bordo di una moto hanno aperto il fuoco contro di lui.
Altre due persone sono state gravemente ferite nella sparatoria di sabato sera, un amico di Zaki e un passante. L’attacco è stato rivendicato da un gruppo collegato ai Taliban del Pakistan.
La vittima era editore del giornale online Let us Build Pakistan (Costruiamo il Pakistan), in prima linea nella condanna del settarismo religioso e schierato a difesa dei diritti umani e dei valori democratici e progressisti.
Probabilmente i Taliban lo hanno voluto punire per la sua recente campagna contro un religioso della Moschea Rossa di Islamabad citato in giudizio da Zaki con l’accusa di incitamento all’odio e alla violenza contro la minoranza sciita.
In passato il religioso si era rifiutato di condannare attacchi sanguinosi compiuti dai Taliban come quello del 2014 in una scuola di Peshawar, in cui morirono 152 persone, la maggior parte giovani studenti.
Dagli anni Novanta la Moschea Rossa di Islamabad è il centro degli integralisti religiosi e attrae migliaia di studenti da tutto il Pakistan. Nel 2007 più di 100 persone morirono in un blitz dell’esercito fatto scattare per sgomberare un gruppo armato di ribelli asserragliato nella moschea.
In una dichiarazione dello staff del giornale di Zaki, i colleghi hanno ricordato il suo contributo come cittadino nella difesa dei diritti delle minoranza “più grande di tutti gli altri giornalisti del Pakistan messi insieme”.
“La sua morte ci ricorda tristemente che chiunque alzi la voce in Pakistan contro i Taliban, non è fatto parlare. E quando vogliono uccidere qualcuno, non falliscono mai”.