L’attentato più grave della storia moderna in Turchia
Quasi 100 morti in seguito a due forti esplosioni ad Ankara. Centinaia i feriti. Il governo pensa a due kamikaze. Intanto continuano le proteste a Istanbul contro Erdogan
Almeno 95 persone sono morte e 248 sono rimaste ferite, di cui 48 gravemente, in seguito all’attentato avvenuto sabato 10 ottobre ad Ankara, in Turchia: il più grave della storia moderna del paese.
Il numero delle vittime potrebbe aumentare ulteriormente perché molti feriti hanno subìto ustioni e sono in condizioni gravi.
Cosa sappiamo finora
Alle 10:05 del mattino di sabato 10 ottobre, vicino alla più importante stazione ferroviaria di Ankara, due forti esplosioni hanno causato la morte di quasi 100 persone, ferendone oltre 200.
L’attentato ha sorpreso i manifestanti (video qui sotto) che si erano riuniti nel centro di Ankara in un corteo pacifista per chiedere la fine del conflitto tra il governo turco e i militanti curdi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), presenti prevalentemente nel sudest della Turchia.
VIDEO: I momenti di una delle due esplosioni ad Ankara (il testo continua sotto il video)
Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha parlato di “segnali importanti” che indicherebbero la presenza di due kamikaze, presunti responsabili dell’attacco, aggiungendo che si potrebbe trattare di ribelli curdi o militanti dell’Isis. Le autorità hanno fermato almeno due sospetti tra Ankara e Istanbul nelle ultime 72 ore.
“Da qualche tempo a questa parte” – ha detto Davutoglu – abbiamo ricevuto informazioni provenienti da ribelli curdi e miliziani dell’Isis su “alcuni kamikaze [che] sarebbero stati inviati in Turchia” per creare “disordine e caos”.
(Nella foto qui sotto: i corpi delle vittime dopo l’attentato di sabato 10 ottobre ad Ankara)
Il premier ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per le vittime dell’attentato. Il governo turco ha proibito che vengano mostrate immagini del momento delle esplosioni volte a creare un sentimento di panico. Chi non rispetterà queste regole – ha riferito un portavoce – subirà un “blackout totale”. Nessun gruppo estremista ha rivendicato l’attacco finora.
Cosa è successo nelle ore successive all’attentato
– Migliaia di persone si sono riunite vicino alla piazza più importante di Istanbul per protestare contro il governo (qui sotto due foto), da questi ritenuto responsabile degli attacchi.
(Nella foto qui sotto: le proteste a Istanbul in solidarietà con le vittime colpite nell’attentato di sabato 10 ottobre ad Ankara. Credit: Sedat Suna)
– Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l’attacco. “La risposta più grande e significativa a questo attacco è la solidarietà e la determinazione che dimostreremo”, ha detto. “Condanno fortemente questo atroce attacco alla pace del nostro Paese”.
– In seguito all’attentato, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha dichiarato una tregua temporanea nel conflitto con la Turchia, riporta Firat News Agency, un’agenzia di stampa curda vicina al gruppo. Per permettere alle elezioni del primo novembre di svolgersi in sicurezza, il Pkk ha detto che non lancerà attacchi, ma che si difenderà.
– Il governo turco non sembra voler interrompere il conflitto con i militanti curdi. “Le nostre operazioni [contro il Pkk] continueranno finché non depongono le armi”, aveva detto Davutoglu venerdì 9 ottobre.
– Secondo l’analista del Washington Institute, Soner Cagaptay, l‘attacco potrebbe venire da gruppi che “sperano di indurre il Pkk, o i suoi elementi giovani più radicali, a continuare a combattere la Turchia”. Incentivare il conflitto fra Turchia e Pkk “renderebbe l’Isis un interesse secondario agli occhi di molti turchi rispetto al Pkk“.
(Qui sotto: una mappa dei luoghi dell’attentato)