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Cosa sappiamo finora sugli attentatori di Parigi

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Un punto sui responsabili degli attentati che hanno causato la morte di centinaia di persone nella capitale francese venerdì 13 novembre

Le autorità francesi hanno affermato che sette attentatori suicidi sarebbero morti durante gli attentati di Parigi di venerdì 13 novembre.

Qualche minuto prima di mezzogiorno, ora italiana, di lunedì 16 novembre, le autorità hanno annunciato l’arresto di un ottavo uomo che è sospettato di essere “direttamente coinvolto” nella strage, Salah Abdeslam, ma la notizia è stata successivamente smentita.

I funzionari ufficiali francesi avrebbero identificato Abdelhamid Abaaoud, un militante dell’Isis belga, come la mente degli attacchi. L’uomo sarebbe collegato a Sid Ahmed Ghlam, uno studente francese accusato di omicidio, tentato omicidio e terrorismo.

Alcuni documenti trovati a casa di Ghlam suggerirebbero che il ragazzo fosse in contatto con qualcuno in Siria che gli avrebbe ordinato, in francese, di attaccare una chiesa in Francia. L’attacco non è stato però attuato.

(Qui sotto nella foto: Abdelhamid Abaaoud


Attualmente 104 persone sono agli arresti domiciliari perché potrebbero essere collegate agli attentati. Secondo quanto ha dichiarato il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve la polizia, nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 novembre, ha perquisito 168 case a Toulouse, Grenoble, Jeumont – sul confine tra Francia e Belgio – e nel quartiere di Bobigny, a Parigi.

Il primo ministro francese Manuel Valls è in visita presso la scuola materna Parmentier, nel decimo arrondissement, dove si trova uno dei centri di sostegno psicologico per i testimoni degli attentati e per le famiglie delle vittime.

Altri sette uomini, che sarebbero legati agli avvenimenti di Parigi, sono stati arrestati in Belgio, dove le perquisizioni continuano soprattutto nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles. La zona è ad alta densità di immigrati e in passato la polizia ha individuato reclutamenti di combattenti da inviare in Siria.

Continuano a emergere dettagli sulle identità dei presunti attentatori e dei loro complici. Tra questi tre fratelli: uno è morto, uno è stato arrestato e uno è ancora in fuga.

1. Salah Abdeslam

La polizia francese ha diramato un mandato d’arresto per Salah Abdeslam. L’annuncio, poi smentito, del suo arresto è arrivato al termine della mattinata di lunedì 16 novembre. L’uomo è ancora a piede libero.

Salah è uno dei tre fratelli di nazionalità francese residenti in Belgio che sarebbero coinvolti negli attacchi di Parigi, che hanno causato la morte di 129 persone e centinaia di feriti.

La tv francese BFM ha affermato che Salah avrebbe affittato la Polo nera che è stata trovata vicino al teatro Bataclan, dove sono morte 89 persone.

Secondo Le Monde, i nomi di due dei tre fratelli erano riportati sui documenti per l’affitto delle due macchine con targa belga utilizzate durante gli attacchi, una Volkswagen Polo e una Seat.

La polizia francese ha dichiarato all’agenzia Associated Press che Salah Abdeslam era sfuggito al controllo della frontiera franco-belga. L’uomo era stato fermato dalla polizia, ma è stato poi lasciato andare, secondo quanto riportato da tre ufficiali della polizia e un funzionario della sicurezza francese.

Il controllo era avvenuto qualche ora prima che venisse diffusa l’immagine dell’attentatore in fuga.

2. Ibrahim Abdeslam

Il fratello di Salah, Ibrahim, è stato indicato dal Washington Post come un altro dei terroristi sospettati, citando un funzionario dei servizi segreti europei. Si pensa che potesse essere uno degli attentatori suicidi morti negli attacchi.

3. Un terzo fratello Abdeslam

Si crede che un terzo fratello, di cui ancora non si conosce il nome, si trovasse tra le sette persone arrestate sabato nel comune belga di Molenbeek-Saint, nella regione di Bruxelles-Capitale.

4. Omar Ismail Mostefai

Mostefai, 29 anni, era uno dei tre uomini che si sono fatti saltare in aria durante il più sanguinoso degli attacchi, quello consumatosi alla sala concerti Bataclan, che ha causato la morte di 89 persone. L’uomo, di origini algerine, era di Courcouronnes, un comune francese situato nel dipartimento dell’Essonne a sud di Parigi. 

Le autorità turche avevano avvertito la Francia della potenziale pericolosità dell’uomo un anno prima degli attentati a Parigi, ma secondo le fonti turche, l’allarme era stato ignorato.

Mostefai stato identificato grazie al ritrovamento di un suo dito tra i resti della sala concerti di Bataclan.

Sei persone vicine all’uomo sono sotto custodia della polizia, inclusi il fratello, il padre e la cognata.

5. Ahmad Al Mohammad

Vicino allo Stade de France, uno dei luoghi delle esplosioni, è stato ritrovato un passaporto appartenente a un ragazzo siriano di 25 anni, Ahmad Al Mohammad, che è considerato un sospettato negli attentati di Parigi.

Il giornale serbo Blic ha dichiarato che Al Mohammad era entrato in Serbia il 7 ottobre, dopo essere arrivato quattro giorni prima sull’isola greca di Leros. Il giornale ha anche aggiunto che gli agenti di sicurezza francesi avevano chiesto aiuto alle loro controparti serbe, quando l’uomo era stato registrato nella città di Presevo, nel sud della Serbia.

Le autorità greche hanno inoltre aggiunto che il passaporto era stato utilizzato da qualcuno in Grecia per registrarsi come rifugiato siriano. Il ministro degli Interni serbo ha detto che il proprietario del passaporto era entrato in Serbia a ottobre e aveva poi fatto richiesta d’asilo nel Paese.

Un giornale greco, Protothema, ha detto che Al Mohammad viaggiava con una seconda persona, Mohammed Almuhamed, e ha pubblicato alcune foto che, secondo il giornale, rappresentano i documenti di viaggio dei due uomini. Come sempre, dettagli di questo genere sono difficili da verificare. Non possiamo escludere che gli uomini stessero viaggiando con dei documenti falsi.

6. Bilal Hadfi

Parlando alla CNN, la senatrice francese Nathalie Goulet ha confermato che Bilal Hadfi era uno degli attentatori suicidi che si sono fatti saltare in aria allo Stade de France. Sarebbe nato nel 1995 e avrebbe vissuto in Belgio.

Il Washington Post aveva precedentemente identificato Hadfi come uno degli attentatori, e aveva inoltre detto che avrebbe combattuto a fianco dell’Isis in Siria.

Goulet fa parte della Commissione sugli affari esteri del Senato ed è stata informata su diversi nomi delle persone sotto indagine in connessione con gli attentati di Parigi.

La senatrice francese ha detto che è molto probabile che il presunto attentatore ancora a piede libero sia colui che ha fabbricato gli ordigni. “Con del materiale così pesante, hanno bisogno di un professionista,” ha dichiarato.

Nonostante abbia confermato pubblicamente i dettagli, Goulet sollecita a essere cauti nelle affermazioni, perché le informazioni sono ancora confermate molto lentamente.

7. Samy Amimour

Secondo l’agenzia francese Afp, la famiglia di Samy Amimour, uno degli attentatori che si è fatto esplodere al Bataclan, ha dichiarato che l’uomo era partito per la Siria nel 2013.

8. Un secondo attentatore dello Stade de France è stato identificato, sarebbe un ragazzo francese di 20 anni che viveva a Bruxelles. Questi sono i pochi dettagli che sono stati rivelati su di lui.

Il bilancio delle vittime sarebbe di 129 morti e 352 feriti, 99 dei quali si trovano in condizioni critiche.

Citando fonti della polizia, l’emittente televisiva BFM ha detto che l’uomo di nazionalità francese che aveva affittato la Volkswagen Polo vista fuori da Bataclan – dove sono morte 89 persone – “non era tra i sette attentatori morti o tra gli uomini arrestati finora in Belgio.”

Il livello di allerta in Francia rimane uno dei più alti dopo un giorno di lutto nazionale. Durante la serata di domenica 15 novembre ci sono stati due falsi allarmi nel centro di Parigi, uno dei quali a Place de la République, dove la folla è scappata in preda al panico. Il falso allarme sembra esser stato causato dallo scoppio di alcuni petardi.

Una scorta segreta di armi è stata trovata in un’auto abbandonata, che sarebbe stata utilizzata negli attacchi. Gli investigatori hanno trovato tre kalashnikov e impronte digitali a bordo del veicolo ritrovato nella zona periferica di Montreuil, a est di Parigi.

Il ritrovamento aumenta la paura che uno o più attentatori – o i loro complici – possano essere ancora a piede libero.

Nella giornata di domenica 15 novembre, la Francia ha attaccato la capitale siriana dell’Isis, Raqqa. Sulla città sono state sganciate 20 bombe, ma secondo quanto annunciato dal sedicente Stato islamico, l’attacco non avrebbe provocato vittime perché i territori colpiti erano abbandonati.

Il segretario di stato per gli Affari Interni inglese Theresa May ha confermato che un’unità delle forze speciali britanniche – la SAS – è pronta a reagire a un eventuale attacco terroristico come quello avvenuto a Parigi. 

Diverse veglie sono state organizzate in tutto il mondo per solidarietà ai parigini, oltre al minuto di silenzio per le vittime degli attacchi.

Il movimento di hacker Anonymous ha diffuso un video in cui il gruppo annuncia che contribuirà alla lotta contro l’Isis.

Segui il LIVE su TPI

Guarda le foto degli attacchi

Leggi anche le testimonianze raccolte in Belgio dal nostro giornalista Davide Lerner

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