Attentato di al-Shabaab nel porto di Mogadiscio in Somalia
Un attentatore suicida si è fatto esplodere a bordo di un'autobomba nella zona portuale della capitale dello stato africano, uccidendo una trentina di persone
Un furgone-bomba è esploso nella mattinata di domenica 11 dicembre 2016 a Mogadiscio, capitale della Somalia.
L’agenzia di stampa Reuters riferisce che l’attentatore suicida a bordo dell’autobomba si è fatto esplodere nella zona portuale della città, uccidendo 29 civili e ferendo altre 50 persone. Secondo i testimoni, dopo l’esplosione si sarebbero sentiti dei colpi di arma da fuoco.
L’attacco è stato rivendicato dal gruppo militante al-Shabaab, adducendo il motivo di voler ostacolare le elezioni parlamentari in Somalia. Le operazioni di voto, che durano tre mesi, termineranno a fine dicembre.
“Abbiamo ucciso circa 30 agenti delle forze di polizia e ferito altri 50”, ha fatto sapere Al-Shabaab, confermando che l’attentato era volto a colpire le forze dell’ordine di stanza nell’area del porto di Mogadiscio. “Li abbiamo presi di mira perchè erano stati addestrati per contribuire alla sicurezza delle elezioni politiche”.
Il gruppo estremista è deciso a espellere dal paese le forze di pace dell’Unione africana, a rovesciare il governo somalo – sostenuto dalla comunità internazionale – per imporre la propria rigida versione dell’Islam in tutto il Corno d’Africa.
Sono circa 14mila gli elettori scelti in rappresentanza degli stati federali per scegliere i 275 deputati che compongono il parlamento somalo e che a loro volta eleggeranno il presidente.
Secondo il governo, i funzionari delle Nazioni Unite e gli osservatori internazionali i problemi legati alla sicurezza nel paese hanno impedito lo svolgimento di elezioni più inclusive.
Al-Shabaab accusa invece i candidati ai seggi parlamentari e alla presidenza di non essere altro che fantocci al servizio di poteri stranieri.