Raid israeliano contro obiettivi di Hamas uccide donna e figlia palestinese a Gaza
Nel corso degli ultimi 12 giorni, quattro israeliani e 23 palestinesi sono rimasti uccisi nelle violenze
Un attacco aereo israeliano ha colpito due obiettivi nella striscia di Gaza domenica 11 ottobre, causando la morte di una donna incinta palestinese e di sua figlia di tre anni.
Secondo quanto dichiarato dalle forze armate israeliane, gli obiettivi del raid sarebbero dovuti essere edifici per la produzione di armi appartenenti all‘organizzazione estremista palestinese Hamas.
L’attacco israeliano su Gaza sarebbe avvenuto in risposta a due missili lanciati dalla striscia nel sud di Israele durante le prime ore della mattina di sabato 10 ottobre.
Nella stessa giornata, in Cisgiordania, una donna palestinese si è fatta esplodere con un’autobomba all’interno della sua macchina sulla strada per Gerusalemme, ferendo un poliziotto. Era dal 2005 che i palestinesi non utilizzavano bombe nel conflitto contro Israele.
Nel corso degli ultimi 12 giorni, quattro israeliani e 23 palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri e nelle violenze in Israele e Territori palestinesi, esasperate dal fatto che sempre più ebrei hanno accesso alla moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme, il terzo luogo sacro dell’Islam (abbiamo raccontato qui cos’è e perché è così importante).
Nel corso dell’ultimo anno, a causa dell’incremento delle visite da parte degli ebrei presso la moschea di al-Aqsa, i palestinesi hanno attaccato gli israeliani con coltelli, rocce, e almeno una volta, con armi da fuoco. Attualmente le regole permettono agli ebrei di visitare il luogo sacro di al-Aqsa, ma al contempo sono proibite preghiere non musulmane.
Il fallimento, nel 2014, delle negoziazioni sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania è stata un’altra fonte di frustrazione per i palestinesi.