La notte dell’attacco di Dacca, chi sapeva recitare il Corano è stato risparmiato
Un sopravvissuto ha raccontato che i miliziani estremisti hanno chiesto ai locali presenti nel ristorante di recitare versi del Corano prima di decidere chi uccidere
Emergono particolari inquietanti sulla tragedia che ha avuto luogo la sera del primo luglio nel ristorante di Dacca, la capitale del Bangladesh.
La notte dell’attacco durante il quale hanno perso la vita 20 persone tra cui nove italiani, gli assalitori hanno separato i cittadini locali dagli stranieri.
Una fonte, uno degli ostaggi sopravvissuti, ha raccontato alle autorità che gli uomini hanno chiesto ai bangladesi presenti nel locale di alzarsi in piedi, chiudere gli occhi e recitare alcuni versi del Corano.
Uno dei militanti li avrebbe insultati per aver mangiato in compagnia di non-musulmani durante il mese sacro di Ramadan, ma quelli che hanno saputo dimostrare la propria fede sono stati risparmiati.
Coloro che si sono rivelati incapaci di citare uno o due versi del libro sacro dell’Islam a memoria sono stati invece torturati.
Gli stranieri presenti nel locale sono stati attaccati a colpi di machete e lasciati a dissanguarsi sul pavimento del ristorante, secondo un testimone sarebbero stati uccisi per primi in tarda serata.