Samantha Cristoforetti è tornata sulla Terra: ammaraggio nell’Atlantico per la capsula Crew Dragon | VIDEO
Samantha Cristoforetti è tornata sulla Terra. La capsula Crew Dragon “Freedom”, con a bordo l’astronauta italiana dell’Agenzia spaziale europea (soprannominata AstroSamantha), è ammarata nell’Atlantico, di fronte alla costa della Florida ieri sera quando in Italia erano le 22.55. Con lei i colleghi della Nasa Bob Hines, Kjell Lindgren, e Jessica Watkins, l’equipaggio Crew-4. Una discesa durata cinque ore, da quando la capsula di SpaceX si è staccata dalla Stazione spaziale internazionale (Iss). La cerimonia del passaggio di consegne da Samantha Cristoforetti, che dal 28 settembre ha ricoperto il ruolo di comandante della Iss, al russo Sergey Prokopyev, era avvenuta il 12 ottobre, data prevista per il rientro, poi slittato per due volte, fino a oggi, per condizioni meteo non favorevoli sul luogo dell’ammaraggio.
Splashdown of Dragon confirmed – welcome back to Earth, @Astro_Kjell, @Astro_FarmerBob, @astro_Watkins, and @AstroSamantha! pic.twitter.com/4zakQ1ZHLY
— SpaceX (@SpaceX) October 14, 2022
Dopo essersi staccata dalla Iss, la capsula di SpaceX si è allontanata per poi eseguire le manovre necessarie per abbassare l’orbita e allinearsi con il “target” di rientro di fronte a Jacksonville. Il deorbit burn, l’accensione dei motori Draco della Freedom, è durato circa 17 minuti: sono i momenti più delicati, quelli del rientro in atmosfera, in cui lo scudo termico, deve sopportare temperature di oltre 1.800 gradi. Per sei minuti, il plasma dovuto alle altissime temperature causate dall’attrito con l’aria impedisce qualsiasi comunicazione radio. Dopo questa finestra di silenzio, la voce di Kjell Lindgren ha rassicurato tutti: “Vi sentiamo forte e chiaro”.
Quattro minuti prima dello splashdown, la Dragon, che è progettata per compiere autonomamente tutte le manovre, dal distacco dalla Iss fino all’arrivo, ha aperto i due paracadute pilota per frenare, poi quelli principali, più grandi, bianchi e rossi, per planare e tuffarsi in acqua, rallentando da 560 chilometri all’ora a poco più di 30. E poi finalmente l’arrivo. “Grazie per aver volato con SpaceX”. Una volta che la navetta ha toccato la superficie dell’oceano, sono partite le procedure di soccorso via mare.