Il Pakistan potrebbe diventare la terza potenza nucleare al mondo
Se il Paese continuerà a espandere il proprio arsenale, potrebbe possedere 350 testate nucleari entro i prossimi dieci anni
Un team di studiosi americani ritiene che il Pakistan potrebbe diventare il terzo stato al mondo per numero di armi nucleari nell’arco di dieci anni.
Il programma di espansione dell’arsenale nucleare del Paese è da sempre stato influenzato dallo sviluppo dell’atomico nella vicina India, considerata dal governo pakistano una rivale storica e possibile minaccia per la sicurezza interna.
Tuttavia, secondo il documento stilato dalla Carnegie Endowment for International Peace insieme allo Stimson Center, risulta che il Pakistan sia già in possesso di 120 testate nucleari, in confronto al centinaio possedute dall’India.
Nel marzo 2015 il governo pakistano ha dichiarato di essere in possesso di missili in grado di lanciare testate nucleari in ogni parte del territorio indiano.
Dal 1998 in poi, sia l’India che il Pakistan hanno cominciato a sviluppare i propri programmi nucleari. Il divario tra i due stati potrebbe aumentare progressivamente grazie alle grandi riserve di uranio che il Pakistan ha a disposizione e che potrebbe investire per lo sviluppo di missili a basso potenziale.
L’India ha maggiore disponibilità di plutonio, invece, elemento necessario per la produzione di testate ad alto potenziale. Nonostante ciò – sempre secondo il gruppo di ricerca – lo stato indiano sarebbe maggiormente interessato a sfruttare le proprie risorse di plutonio per le alte richieste di energia domestica, piuttosto che per scopi militari.
In circa 10 anni il Pakistan potrebbe quindi raggiungere le 350 testate nucleari, guadagnando così tre posizioni e diventando il terzo Paese al mondo per armi nucleari dopo Stati Uniti e Russia.
Il ministero dell’Interno pakistano non ha espresso dichiarazioni in seguito all’uscita del report. Alcuni ricercatori locali sostengono che il documento sia basato su un’interpretazione errata delle intenzioni del governo, che, come l’India, avrebbe intenzione di utilizzare le proprie riserve di uranio anche per produrre energia interna.