Ad Amsterdam il vertice Ue per salvare Schengen, la Grecia rischia l’espulsione
I ministri degli interni dell'Unione Europea si sono riuniti per salvare la libera circolazione nell'area
La Grecia potrebbe essere espulsa dall’area Schengen se non si impegna a rafforzare i controlli alle frontiere per arginare l’afflusso dei migranti. È quanto emerge dall’incontro dei ministri degli interni dell’Ue, riuniti ad Amsterdam lunedì 25 gennaio per cercare di salvare proprio la preziosa area di libero movimento all’interno dell’Europa.
Il ministro dell’interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner ha detto: “se non possiamo proteggere i confini esterni dell’Ue, il confine tra Grecia e Turchia, allora il confine esterno dell’area Schengen sarà spostato verso l’Europa centrale”. Gli fa eco il ministro dell’interno svedese Anders Ygeman: “in fin dei conti, se un paese non tiene fede ai suoi obblighi, dovremo limitare i suoi collegamenti con l’area Schengen. Se non hai il controllo dei tuoi confini, questo avrà delle conseguenze sul libero movimento”.
Dal canto suo, il ministro greco non ha rilasciato alcun commento. È stato invece il connazionale Dimitri Avramopoulos, commissario Ue per la migrazione, a smorzare i toni: “non è stato proposto né discusso nulla del genere. Ciò che dobbiamo fare è migliorare il controllo dei nostri confini esterni. È ovvio che gli stati membri che si trovano in prima linea devono lavorare di più e siamo qui per aiutarli a svolgere al meglio il loro lavoro”.
La Grecia si trova in prima linea ad affrontare uno dei flussi migratori più ingenti della storia europea recente. Sono state numerose le critiche rivolte da più parti per la sua incapacità di arginare l’afflusso di migranti e richiedenti asilo, provenienti dalla Turchia. Ma la Grecia, come del resto l’Italia, lamenta di essere stata lasciata sostanzialmente sola dagli altri paesi membri dell’Unione e ha spesso lasciato che i migranti e i richiedenti asilo varcassero i confini interni dell’area Schengen, senza essere risultati sul suo territorio.
L’emergenza migranti ha così messo in discussione l’area di libero movimento: alcuni dei paesi membri hanno infatti reintrodotto misure temporanee di controllo ai confini interni, tra cui la Germania, la Francia, l’Austria e la Svezia. Sia il cancelliere tedesco, Angela Merkel, che il presidente della commissione europea, Jean-Claude Junker, hanno sottolineato i danni economici che il collasso di Schengen comporterebbe.
La Francia punta a introdurre controlli più scrupolosi sui cittadini Ue che attraversano, in ingresso o in uscita, i confini dell’area Schengen. Il ministro dell’interno francese, Bernard Cazeneuve, ha anche reso noto che appoggerà la proposta del collega ceco di creare una forza multinazionale di frontiera che respinga i migranti ai confini Ue.