Caro Tim Cook, il nuovo iPhone è prodotto sfruttando il lavoro minorile?
Amnesty International in gennaio aveva accusato Apple di usare cobalto estratto dai bambini congolesi, al lancio dell'iPhone 7 riporta l'attenzione sul problema
La settimana scorsa, Apple ha presentato ufficialmente il suo ultimo dispositivo mobile, l’attesissimo iPhone 7 e l’evento è stato seguito da tutto il mondo tech con grande attenzione per scoprire quali novità sarebbero state introdotte sul nuovo smartphone della casa di Cupertino.
Il lancio dell’iPhone 7, a due anni dall’uscita dell’iPhone 6, ha catalizzato per una giornata l’interesse del pubblico internazionale, ma certamente l’amministratore delegato Apple, Tim Cook, avrebbe fatto a meno delle attenzioni riservate alla sua azienda da Amnesty International.
Durante l’evento di presentazione, che si è svolto al Bill Graham Civic Auditorium di San Francisco, alla presenza di 7.000 spettatori, l’organizzazione in difesa dei diritti umani ha pubblicato una serie di tweet in cui chiedeva a Cook se il nuovo ipertecnologico prodotto Apple contenesse cobalto estratto dai bambini della Repubblica Democratica del Congo.
New #Apple #iPhone7 launches today. We’d love it more @tim_cook if you tell us whether it contains #childlabour pic.twitter.com/41ICDFvpMI
— AmnestyInternational (@AmnestyOnline) 7 settembre 2016
L’insistente (e legittima) domanda fa seguito a un rapporto pubblicato il 19 gennaio scorso in cui Amnesty accusava la Apple e altri giganti dell’industria tecnologica come Samsung, Sony, Microsoft e Volkswagen di utilizzare per i loro prodotti (nello specifico, per le loro batterie al litio) cobalto estratto sfruttando il lavoro minorile.
Congrats on the new #iPhone7 @tim_cook – but does it contain cobalt mined by children in #DRC? pic.twitter.com/x5WNEg4WdU
— AmnestyInternational (@AmnestyOnline) 7 settembre 2016
Il rapporto, intitolato ‘This is what we die for’, traccia il viaggio del cobalto dalle miniere congolesi ai nostri smartphone, computer portatili, elettrodomestici e automobili, denunciando la leggerezza con cui tanto le grandi multinazionali quanto i singoli consumatori scelgono di ignorare la provenienza dei componenti nei loro dispositivi.
Tim Cook, chiamato direttamente in causa, non ha risposto alla provocazione, ma il dubbio rimane: Apple e le altre grandi case verificano la provenienza dei materiali che acquistano per i loro popolarissimi (e costosissimi) prodotti?
Great new features on the new #iPhone7 @tim_cook – but tell us, does it contain #childlabour? pic.twitter.com/vZlDeCDGKT
— AmnestyInternational (@AmnestyOnline) 7 settembre 2016
–Leggi anche: Il cobalto utilizzato per i nostri cellulari estratti dai bambini del Congo