Oltre 10mila persone sono state evacuate a Mosca per una serie di allarmi bomba
Le segnalazioni seguono quelle avvenute in diverse altre città russe negli ultimi giorni. Al momento le autorità non hanno trovato ordigni esplosivi
Più di 10mila persone sono state evacuate da stazioni ferroviarie, centri commerciali e da un’università di Mosca in risposta a una serie di minacce che segnalavano la presenza di alcune bombe.
“Venti luoghi sono attualmente in fase di evacuazione e sono state scortate fuori da questi edifici più di 10mila persone, anche se il numero specifico non è ancora confermato”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Tass un funzionario dei servizi di emergenza russi.
“Questo sembra essere un caso di terrorismo telefonico, ma dobbiamo verificare la credibilità di questi messaggi”.
L’agenzia Tass ha riferito che le stazioni ferroviarie evacuate sono la Leningradsky, la Kievskiy e la Kazansky, mentre l’università in questione è la prima università statale di Medicina di Mosca I.M. Sechenov.
Inoltre, le autorità hanno già evacuato almeno una dozzina di centri commerciali della capitale russa, tra cui il GUM, situato nei pressi della piazza Rossa.
Unità cinofile della polizia moscovita stanno al momento controllando gli edifici oggetto delle segnalazioni.
L’agenzia di stampa russa Interfax ha riferito che finora non è stato trovato nessun ordigno esplosivo.
Negli ultimi giorni, diverse città russe si sono trovate nella stessa situazione che oggi vede protagonista la capitale Mosca.
Decine di scuole, centri commerciali, stazioni ferroviarie ed edifici pubblici sono stati evacuati. Anche qui sono state decine di migliaia le persone che hanno subito disagi.
Finora, tutte le segnalazioni si sono rivelate false ma, per prudenza, le autorità hanno invitato la popolazione alla calma e a seguire comunque gli ordini di evacuazione.
Cosa sta succedendo in Russia?
Le prime segnalazioni sono giunte alle forze di polizia domenica 10 settembre, ma la dimensione della minaccia è diventata chiara soltanto due giorni dopo.
Martedì 12 settembre infatti, a Chelyabinsk, una città degli Urali meridionali, oltre 11mila persone sono state evacuate da 10 siti sensibili.
A Perm, nel nord-ovest della Russia, 5.700 persone hanno dovuto lasciare scuole ed edifici pubblici.
Intanto la polizia della città meridionale di Stavropol ha ricevuto 42 falsi allarmi bomba.
Anche le città siberiane di Krasnoyarsk, Novosibirsk e Omsk sono state interessate da questo fenomeno negli ultimi giorni.
Sempre in Siberia, nella città di Ulan-Udė, sono stati evacuati sei centri commerciali e quattro scuole, oltre a diversi autobus e stazioni ferroviarie.
In più sono state colpite anche le città di Samara e di Saratov sul fiume Volga, con ben sette centri commerciali evacuati solo a Saratov.
Nella città di Tomsk sono state evacuate più di 10 tra scuole e centri commerciali, oltre a una stazione degli autobus e al tribunale locale.
Anche le città siberiane di Irkutsk e Yakutsk hanno subito la medesima minaccia negli ultimi giorni.
Chi sono i responsabili?
Al momento la polizia russa non è riuscita a identificare la fonte di queste minacce, anche se un funzionario delle forze di sicurezza ha suggerito all’agenzia di stampa Interfax che le segnalazioni possano avere avuto origine al di fuori della Russia.
“Abbiamo ragione di credere che tutto questo sia stato organizzato all’estero”, ha detto il funzionario di polizia della città di Chelyabinsk all’agenzia Interfax.
Secondo alcuni media vicini al Cremlino le segnalazioni sono partite dall’Ucraina. Altri rapporti suggeriscono invece che provengano da fonti impossibili da identificare.
Le minacce sono infatti giunte alle autorità di polizia sotto forma di messaggi vocali pre-registrati tramite telefonate fatte utilizzando alcuni canali e programmi di messaggistica su internet.
Secondo il quotidiano russo filo governativo Komsomolskaya Pravda questi allarmi bomba sono il risultato di un attacco informatico organizzato dall’Ucraina, anche se non è stata fornita alcuna prova a riguardo.
Il governatore di Stavropol ha definito l’accaduto come il frutto di un “attacco telefonico” proveniente dall’estero, citando un non meglio precisato “operatore virtuale internazionale”.