Chi è Alice Weidel, la donna omosessuale dietro l’exploit dell’estrema destra in Germania
Ha vissuto sei anni in Cina e ha lavorato in Goldman Sachs e Allianz. Oggi Alice Weidel è una dei leader del partito euroscettico e xenofobo tedesco AfD
Per la prima volta nella storia, il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha fatto il suo ingresso nel Bundestag, il parlamento tedesco, affermandosi come terzo partito in Germania alle elezioni legislative del 24 settembre.
A condurre il partito euroscettico verso questo clamoroso exploit sono stati i due co-leader che compaiono sui manifesti elettorali: Alexander Gauland e Alice Weidel.
Ma se il primo è il tipico leader dell’estrema destra – ha 76 anni, è nato nella Germania dell’Est ed è finito sui giornali dopo aver detto che la Germania dovrebbe essere orgogliosa dei suoi soldati nazisti che hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale – il profilo di Weidel in un primo momento può lasciare stupiti.
Si tratta infatti di una 38enne cosmopolita, con un passato lavorativo come consulente nella banca d’investimento Goldman Sachs e nella compagnia assicurativa Allianz. Il mensile tedesco Cicero l’ha definita “giovane, intelligente, lesbica”, mentre sui media veniva in genere descritta come “il volto presentabile” della destra populista tedesca.
“Grazie mille per questo risultato incredibile, non lo avevamo previsto”, ha detto Weidel il 25 settembre dopo il successo elettorale del suo partito. “Gli elettori ci hanno dato un incarico, che noi assolveremo con umiltà”.
Ma chi è questa donna, e come è finita alla guida di un partito xenofobo, anti-europeista, anti-migranti e anti-islamico?
Chi è Alice Weidel
In occasione di una domanda sul razzismo durante una conferenza stampa, Alice Weidel aveva risposto con indignazione. “Le ricordo che la mia compagna è dello Sri Lanka”, aveva detto.
Nata nel 1979 nella città nordoccidentale di Gütersloh, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, Weidel ha sempre avuto successo in ambito accademico. Secondo il sito dell’emittente tedesca Deutsche Welle era una delle migliori della sua classe all’università di Bayreuth, dove si è laureata in economia.
Weidel ha anche vissuto per sei anni in Cina, svolgendo una tesi di dottorato sul sistema pensionistico nel paese nel 2011, e parla correntemente cinese mandarino.
Nel 2013, tornata in Germania, si è unita al partito anti-europeista AfD, nato su iniziativa di un gruppo di accademici contrari all’Euro con posizioni euroscettiche e contrarie all’immigrazione.
Weidel risiede con la sua compagna e due figli a Bienne, in Svizzera (la sua seconda residenza invece sul versante tedesco del lago di Costanza). Per questo sono stati avanzati dubbi sul fatto che lei paghi le tasse.
In una recente intervista, Weidel ha ammesso che la sua compagna era così infastidita dalle sue invettive su ciò che non andava nella politica tedesca che l’ha incoraggiata a entrare lei stessa in politica e a fare qualcosa per cambiare le cose.
Le sue esperienza lavorative a Goldman Sachs e Allianz hanno permesso a Weidel di guadagnare credibilità all’interno del partito, tanto da diventare la candidata più giovane alle elezioni per il Bundestag (Gauland è invece il candidato più anziano).
Le idee di estrema destra
Alcune settimane prima del voto, il quotidiano Die Welt ha pubblicato alcune rivelazioni sul passato di Weidel. Secondo il giornale tedesco, quando la giovane economista lavorava a Francoforte per Allianz, fu allontanata da alcuni conoscenti per le sue idee estremiste. Die Welt ha pubblicato anche una email che Weidel avrebbe scritto il 24 febbraio 2013, indirizzandola a un certo “J”, in cui lei esprimeva concetti che rimandano al nazismo.
“La ragione per cui siamo invasi da popoli kulturfremd (estranei alla cultura) come gli arabi, i sinti e i rom, è colpa dei nemici della costituzione che ci governano e che puntano alla sistematica distruzione della società borghese”, si legge nella mail.
Nel testo Weidel si rivolgeva ai membri del governo tedesco di Angela Merkel parlando di “porci” e di nient’altro che “burattini degli alleati vincitori della Seconda guerra mondale”. La lettera contiene anche parole utilizzate durante il periodo nazista, come “Überfremdung”, che significa “infiltrazione straniera” ed esprime un sentimento xenofobo.
Weidel e i suoi avvocati sostengono che la lettera sia un falso, ma lei non ha mai fatto mistero della sua contrarietà alla politica di salvataggio della Grecia e alla politica di accoglienza di Merkel verso i rifugiati, che definisce “scandalosa”.