Algeria: lo scrittore Boualem Sansal condannato a cinque anni di carcere

L'intellettuale era accusato di aver “attentato all'integrità territoriale” del Paese sostenendo una tesi storiografica in un'intervista a un giornale di estrema destra francese
Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal, in carcere in Algeria dal novembre scorso, è stato condannato oggi dal tribunale penale di Dar El Beida, nei pressi della capitale Algeri, a scontare cinque anni di reclusione e a pagare una multa di 500 mila dinari (circa 3.500 euro) per aver “attentato all’integrità territoriale” del Paese sostenendo una tesi storiografica in un’intervista a un giornale di estrema destra francese.
L’80enne, affetto da un cancro, era presente oggi in aula alla lettura del verdetto, che gli ha comminato solo la metà della pena richiesta la scorsa settimana dalla Procura della Repubblica algerina, apparendo, secondo un corrispondente dell’agenzia di stampa francese Afp, “con i capelli rasati (come previsto per tutti i detenuti), con una giacca verde, senza manette e apparentemente in buone condizioni di salute”. Arrestato il 16 novembre scorso, secondo l’editore Gallimard, Boualem Sansal era stato accusato di aver “attentato all’integrità territoriale” dell’Algeria per aver ripreso, in un’intervista al quotidiano francese di estrema destra Frontières, la posizione del governo del Marocco, secondo cui vaste parti del regno nordafricano sarebbero state amputate a vantaggio della nazione confinante durante la colonizzazione di Parigi. Una questione spinosa vista la disputa tra Rabat e Algeri sul Sahara Occidentale.
Subito dopo l’annuncio della sentenza, l’avvocato francese di Boualem Sansal, François Zimeray, ha invitato il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune a dar prova di “umanità” e a concedere la grazia allo scrittore. “La sua età e la sua salute rendono ogni giorno di reclusione più disumano”, ha dichiarato il legale, secondo l’Afp. La scorsa settimana già il presidente francese Emmanuel Macron aveva chiesto la liberazione del “grande scrittore, anche lui malato”, dicendosi fiducioso nella “lucidità” del suo omologo algerino, che sapeva “che tutto ciò (le accuse, ndr) non è grave”. Durante il processo, Sansal ha negato qualsiasi intenzione di danneggiare l’Algeria, spiegando di aver esercitato la sua “libertà di espressione”, pur ammettendo di aver sottovalutato la portata delle dichiarazioni. Lo scorso fine settimana il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune aveva affermato che la controversia era “in buone mani”.