Chi era Albertina Martinez Burgos, la fotografa delle proteste in Cile trovata morta nel suo appartamento
Chi era la fotografa Albertina Martinez Burgos
Albertina Martinez Burgos è stata trovata morta in un appartamento nella notte del 21 novembre: chi era lo dicono le sue fotografie, che raccontano il Cile in rivolta delle ultime settimane. Si indaga sulla morte sospetta della fotografa e gli inquirenti per ora parlano di “presunto omicidio”.
Albertina Martinez Burgos aveva 38 anni, aveva lavorato come assistente alle luci sul canale televisivo Mega ed è stata anche una fotografa freelance. La reporter era molto conosciuta in Cile proprio per il suo lavoro meticoloso su quanto sta accadendo nel paese. A dare l’annuncio della sua morte è stato il movimento Niunamenoschile: “Hanno trovato morta Albertina Martinez Burgos”.
Sempre secondo le prime informazioni, sembrerebbe che nell’appartamento la donna sia stata trovata “senza il suo computer e la sua macchina fotografica, dove avrebbe documentato gli attacchi della polizia contro giornaliste e fotografe”.
Secondo i media locali, a dare l’allarme è statao il suo compagno, che non avendo notizie di lei ha chiesto alla madre della fotoreporter di recarsi nel suo appartamento. La donna, arrivata davanti al portone di casa della figlia, non ha ricevuto risposta e così si è rivolta a un fabbro affinché aprisse la porta. Una volta dentro, la madre di Albertina ha trovato la figlia senza vita. Il corpo, sempre secondo le prime indagini, sarebbe stato rinvenuto con con segni di percosse e ferite da taglio.
Il procuratore Débora Quintana, della procura della North Central, ha dichiarato che bisogna “spettare l’autopsia, ma stiamo chiaramente indagando su un presunto omicidio”.
Il movimento femminista “Not one less” in Cile ha lamentato la notizia nei suoi social network. “Albertina Martínez Burgos, una fotografa di 38 anni, è stata trovata morta in strane circostanze nel suo appartamento situato a Santiago Centro”, ha detto su Instagram.
E ha denunciato: “Oggi chiediamo che le cause della sua morte siano chiarite, per non parlare del fatto che né il suo computer né la sua fotocamera erano nel suo appartamento al momento in cui sono stati trovati senza vita. Non dimentichiamo il suo nome, non dimentichiamoci della sua faccia. ”
Come il movimento, la sua famiglia notò il furto dei suoi strumenti di lavoro e della produzione fotografica e chiese giustizia.
Sono gli stessi amici e colleghi della donna, però, a chiedere cautela ai media sulla morte di Albertina. Su Instagram, il giornalista “Siamo compagni e amici di Albertina. Vogliamo chiarire che ufficialmente non ci sono informazioni sulla morte. Nel contesto delle rivolte di questi giorni sappiamo che era presente al corteo di giovedì 14 novembre per la prima volta e sappiamo che la nostra cara Bety aveva un po’ paura di assistere alle manifestazioni, quindi vogliamo chiarire che Albertina non stavo registrando nulla. Chiediamo rispetto per la sua famiglia, i suoi amici e colleghi. In attesa di giustizia per la nostra amica. Un abbraccio fraterno”.
Resta avvolta nel mistero, per ora, la morte della fotografa cilena, mentre dal movimento femminista di Non Una di Meno si chiede che si faccia chiarezza: troppo sospetta l’assenza del computer e della macchina fotografica con cui la donna lavorava. Anche la famiglia si unisce al grido del movimento e chiede che giustizia sia fatta per Albertina.