I leader alawiti in Siria prendono le distanze da Assad
La minoranza religiosa di cui fa parte il presidente in un documento apre a una transizione politica per la Siria. Il regime di Damasco è sempre più isolato
Alcune delle principali famiglie alawite della Siria hanno preso le distanze dal presidente Bashar al-Assad e si dicono pronte ad accettare un presidente sunnita a patto che la nuova Siria sia uno stato laico e rispetti tutte le religioni.
Una presa di distanza che potrebbe costituire una svolta nei colloqui di pace con l’opposizione del regime di Damasco, storicamente appoggiato dagli alawiti, una setta vicina all’Islam sciita minoritaria nel paese, al potere dal 1971. Prima dello scoppio del conflitto il 15 marzo del 2011, gli alawiti rappresentavano il 12 per cento dei 24 milioni di abitanti siriani.
I leader alawiti, in un documento di otto pagine, analizzato in un’inchiesta congiunta di Repubblica, Welt e Figaro, prendono le distanze dalle atrocità commesse da Assad e chiedono l’intervento della comunità internazionale per pacificare il paese.
“Non siamo contro Assad come persona siamo contro l’attuale sistema. Non possiamo salvare lo Stato se lui si dimette subito. Ma con lui al potere non ci saranno riforme. Così abbiamo bisogno di un cambiamento per fasi, monitorato dalla comunità internazionale”, si legge nel documento.
L’iniziativa “può essere una via d’uscita per il regime. I nostri capi religiosi possono negoziare un accordo e garantire la protezione della famiglia Assad, sottolineano ancora gli esponenti alawiti sentiti da Repubblica.
L’obiettivo è quello “di un’unità politica della Siria, all’insegna della laicità e dello Stato di diritto, in cui la legittimazione del potere passi attraverso il consenso democratico. E la guida politica non può in nessuna circostanza utilizzare la repressione per paura di perdere il proprio potere”.
Gli alawiti sono stati vittime di numerosi attentati e persecuzione da parte dei jihadisti sunniti dallo scoppio della guerra civile e con questo documento sperano di “tagliare il cordone ombelicale” con la famiglia di Assad e “liberare la comunità alawita”.
Il documento rivendica infine l’identità alawita e termina con una riflessione di carattere religioso. Gli alawiti sono una comunità antica nata nel vicino Iraq nel decimo secolo.
Secondo molte fonti il termine alawita deriverebbe dalla loro venerazione del primo imam sciita Ali, il cugino e genero del profeta Maometto ma i rappresentanti della comunità sostengono che gli alawiti siano un terzo modello all’interno dell’Islam rispetto a sciiti e sunniti.
LEGGI ANCHE: chi sono sunniti e sciiti