Afghanistan: il dramma di Sohail, il bimbo affidato a un soldato americano e scomparso all’aeroporto di Kabul
È scomparso durante l’evacuazione dello scorso agosto all’aeroporto di Kabul il piccolo Sohail. Il bambino aveva appena due mesi quando i genitori, Mirza Ali Ahmadi e sua moglie Suraya, lo hanno affidato ad un soldato americano, mentre lasciavano il loro Paese. Travolti dalla calca davanti ai cancelli dell’Abby Gate, insieme a migliaia di altre persone in attesa di entrare nell’aeroporto di Kabul, avevano affidato il loro piccolo a un militare statunitense, nel timore che rimanesse schiacciato dalla folla e pensando che sarebbero presto arrivati all’ingresso.
Purtroppo da quel momento di Sohail non ci sono più notizie. Per questo i genitori, disperati, hanno raccontato la loro storia in esclusiva alla Reuters, nella speranza di poter ritrovare il soldato e quindi il loro bambino. Mirza Ali, 35 anni, Suraya, 32, e gli altri figli di 17, 9, 6 e 3 anni, hanno lasciato l’Afghanistan su un volo che prima li ha portati in Qatar e poi in Germania e alla fine sono atterrati negli Stati Uniti. La famiglia si trova ora a Fort Bliss in Texas con altri rifugiati afgani in attesa di essere reinsediati da qualche parte negli Stati Uniti. “Quello di cui mi importa ora è ritrovare il mio bambino”, ha detto Suraya, nella speranza che qualcuno possa aiutarli a riabbracciarsi presto.