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Home » Esteri

Afghanistan: Ghani è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali dopo cinque mesi di incertezza

Immagine di copertina
Ashraf Ghani Credits: Ansa

Per la commissione elettorale, il Presidente uscente avrebbe vinto con il 50,64 per cento dei voti. Anche i talebani, che stanno negoziando con gli Stati Uniti, non hanno riconosciuto il risultato delle urne

Dopo cinque mesi di incertezza, oggi, mercoledì 19 febbraio, il presidente uscente Ashraf Ghani è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali in Afghanistan, che si erano tenute nel settembre del 2019.

In origine i risultati dovevano essere diffusi il 7 novembre scorso, ma ci è voluto molto più tempo a causa di una serie di ragioni fra cui, secondo il Guardian, “accuse di corruzione e di frode e problemi tecnici nello spoglio”.

Secondo la Commissione elettorale, Ghani ha ottenuto poco più del 50 per cento dei voti, mentre lo sfidante Abdullah Abdullah il 39,5. Abdullah ha comunque rifiutato il risultato ufficiale, sostenendo che Ghani abbia vinto grazie a brogli.

Le elezioni si erano contraddistinte per un’affluenza molto bassa (hanno votato 1,9 milioni di persone su 9,6 milioni di elettori registrati, e una popolazione di 37 milioni di abitanti). I talebani, che continuano a essere in guerra con il governo afghano e stanno trattando da diversi mesi per una pace con gli Stati Uniti, avevano infatti minacciato attacchi e attentati ai seggi, cosa che potrebbe aver disincentivato il voto di molte persone.

Ghani fa parte della comunità pashtun, la più grande in Afghanistan, e nei suoi cinque anni da presidente ha introdotto alcune leggi contro la corruzione, ma senza ottenere grandi risultati. Prima dei suoi incarichi istituzionali, aveva vissuto a lungo all’estero studiando negli Stati Uniti e lavorando per la Banca Mondiale.

Leggi anche: 
Tutto quello che c’è da sapere sulle elezioni presidenziali in Afghanistan: la guida di TPI
Afghanistan Papers: nell’inchiesta del Washington Post, interviste e rivelazioni sugli errori commessi dagli Usa in 18 anni di guerra

 

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