L’affascinante vita delle hostess indiane degli anni Ottanta
Negli anni Ottanta, in India, intraprendere la carriera di hostess voleva dire sì vivere una vita prestigiosa ma anche lottare per i propri diritti
Negli anni Ottanta e Settanta, essere hostess di bordo in India, era un ruolo ben diverso da quello che conosciamo oggi. Le donne che, a partire dai 18 anni, decidevano di intraprendere questa carriera godevano di una vita piena di glamour, viaggi, che in pochi atri potevano permettersi, e splendidi abiti. Dovevano conoscere perfettamente la lista dei vini e dei formaggi, preoccuparsi prima di tutto del benessere del passeggero, e non solo, come accade più spesso oggi, della sua sicurezza.
Dall’11 settembre 2001, i criteri di selezione e i metodi di esercitazione della professione dell’hostess sono cambiati notevolmente. La sicurezza ha preso il primo posto su tutto, il resto è passato in secondo piano. Ma essere hostess negli anni ’70 e ’80 significava anche lottare per i propri diritti.
Sebbene fosse un incarico prestigioso, non mancavano le discriminazioni tra i due sessi, riguardanti tanto il lavoro quanto la vita privata. Fino al 1979, infatti, alle donne che volessero esercitare questa professione non era concesso né di sposarsi, né di avere figli, non potevano accrescere il proprio grado a lavoro nonostante avessero più esperienza degli uomini, che avevano la possibilità invece di gestire e fare capo all’intero equipaggio.
Un esempio di immenso coraggio e valore è quello della ventitreenne indiana Neerja Bhanot, hostess per la Pan Am di Mumbai, in India, che nel 1986 salvò la vita a 359 persone a bordo del volo Pam Am 73 diretto a New York.
L’aereo era stato dirottato durante una sosta a Karachi, in Pakistan, da un gruppo militanti palestinesi che armati salirono a bordo dell’aereo. La donna prese il comando, nascose i passaporti dei cittadini americani, aiutò i passeggeri a fuggire attraverso un’uscita di emergenza e salvò tre bambini da una scarica di proiettili, ma non riuscì a salvarsi.
Dopo la sua morte, le venne attribuito il premio Ashok Chakra per il coraggio. Oggi, trent’anni dopo il regista Ram Madhvani ha deciso di rendere onore alla donna raccontando la sua storia. Il film si intitola Neejra, che dovrebbe uscire il 19 febbraio 2016.