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Home » Esteri

Aereo precipitato in Iran, le nuove ipotesi dell’Ucraina: “Non escludiamo sia stato missile o atto di terrorismo”

Immagine di copertina
I famigliari delle persone decedute per lo schianto aereo Credit: Ansa

Secondo le autorità di Teheran a bordo del Boeing 737 ucraino "era scoppiato un incendio per problemi tecnici". Ma Kiev parla di un possibile missile. Le compagnie aeree, intanto, evitano lo spazio iraniano

Aereo precipitato in Iran, non si esclude l’ipotesi terrorismo

Le autorità ucraine non escludono che il Boeing 737 della Ukraine International Airlines precipitato l’8 gennaio a Teheran possa essere stato abbattuto con un missile.

Quella di “atto terroristico” è una delle ipotesi — spiega sul suo profilo Facebook Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina — che aggiunge ulteriore confusione attorno a un incidente che il giorno dopo resta ancora avvolto nel mistero.

Aereo precipitato: l’ipotesi terrorismo

Danilov ha parlato di voci “non confermate” di frammenti di missile terra-aria di fabbricazione russa nei pressi del luogo dello schianto.

L’aereo si è schiantato a terra alle 6 e 12 di ieri mattina, poche ore dopo l’attacco iraniano sulle basi Usa in Iraq. Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha ribadito che “vanno ricercate tutte le possibili cause”.

Le autorità iraniane hanno cercato ieri di chiudere il caso e imputato l’incidente a un incendio “a uno dei motori” che avrebbe “fatto perdere il controllo del velivolo ai piloti”.

Ma con il trascorrere delle ore sono sorti dubbi e l’ambasciata ucraina a Teheran ha rimosso il comunicato che dichiarava che l’aereo era precipitato per cause tecniche.

> Tutti i dubbi e le cose che non tornano sull’aereo ucraino precipitato in Iran

Il ritorno in aeroporto

Il volo PS752 Teheran-Kiev era operato da un velivolo di tre anni e mezzo che il giorno prima si era affacciato a Milano Malpensa e che due giorni prima era stato sottoposto ad alcuni controlli di routine.

L’ente iraniano dell’aviazione civile con un rapporto preliminare di tre pagine scrive: “L’aereo, che inizialmente era diretto verso ovest per lasciare la zona dell’aeroporto, ha virato a destra a seguito di un problema e faceva di nuovo rotta verso l’aeroporto al momento dello schianto. L’aereo è scomparso dai radar quando ha raggiunto gli 8.000 piedi. Il pilota non ha inviato messaggi radio riguardo le circostanze insolite”.

Solo sei minuti

Sei minuti dopo il decollo il Boeing 737-800 di Ukraine International Airlines si è schiantato non molto lontano dall’aeroporto di Teheran. Secondo le autorità iraniane il velivolo era in fiamme prima di precipitare, ma non avrebbe inviato alcuna richiesta d’emergenza.

Una circostanza, questa, che viene ritenuta non solo strana, ma anche poco probabile dal momento che in cabina di pilotaggio si trovavano ben tre piloti e tutti abbastanza esperti. Non viene esclusa la possibilità che la distruzione di uno dei due motori potrebbe aver messo fuori uso i sistemi di trasmissione con la torre di controllo.

Le scatole nere

La Repubblica islamica ha fatto sapere che non invierà a Washington le due scatole nere, né quella che registra i dati di volo, né quella con gli audio in cabina, anche se gli accordi internazionali non obbligano il Paese a consegnarle al produttore del jet. È probabile che venga chiesto l’aiuto dell’ente francese investigativo Bea.

In realtà Teheran e Kiev devono ancora raggiungere un accordo di massima sul ruolo che i 45 investigatori ucraini dovranno avere nelle indagini. Secondo l’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile sono sotto la giurisdizione iraniana, si occuperanno di tutto: dal tipo di accesso, se diretto o mediato, alle prove fisiche, fino alle registrazioni delle due scatole nere.

Al momento, sono ancora troppi i dubbi sull’incidente e la verità sulla morte dei 176 passeggeri è ancora lontana.

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