Al 90 per cento l’aereo russo in Sinai è stato abbattuto da una bomba
Aumentano le possibilità che l'Airbus A 321 si sia schiantato a causa di un ordigno posizionato a bordo da un gruppo di affiliati dell'Isis in Egitto
Secondo le fonti investigative americane, la possibilità che sia stata una bomba ad abbattere l’aereo russo che si è schiantato nella penisola del Sinai il 31 ottobre è salita al 90 per cento.
L’intelligence statunitense e quella britannica avrebbero registrato un dialogo avvenuto tra membri affiliati dell’Isis in Egitto subito dopo l’incidente e starebbero ora analizzando l’intercettazione. I miliziani del sedicente Stato islamico avrebbero discusso del tipo di bomba e di detonatore utilizzati per l’attacco all’Airbus A321 che da Sharm el-Sheikh sarebbe dovuto arrivare a San Pietroburgo. Gli investigatori per ora non si sono esposti riguardo all’autenticità del nastro.
Martedì 3 novembre, l’agenzia russa Interfax aveva diffuso gli aggiornamenti riguardo alle analisi della scatola nera rinvenuta sul luogo dell’impatto, segnalando che poco prima della caduta dell’aereo si erano registrati strani rumori nella cabina di pilotaggio.
La stampa americana ha inoltre segnalato che un satellite a infrarossi sulla penisola del Sinai avrebbe registrato un forte lampo di luce nella zona, al momento dell’incidente.
Secondo il giornale britannico The Sunday Times, la mente dell’attentato sarebbe Abu Osama al-Masri, il leader del gruppo egiziano Ansar al Beit al Maqdis, affiliato all’Isis dal novembre del 2014. La voce del califfo sarebbe stata riconosciuta dall’intelligence britannica durante le analisi della registrazione della prima rivendicazione diffusa sui social network.
Secondo il Sunday Times, il Regno Unito avrebbe classificato al-Masri come una “persona di interesse” per il governo britannico e sarebbe pronto ad aiutare Egitto e Russia nella cattura ed eventuale uccisione del capo di Ansar al Beit al Maqdis.
Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 novembre sono atterrati a Roma Fiumicino i primi 118 turisti italiani partiti da Sharm el-Sheikh dopo l’incidente aereo. Il governo del Regno Unito ha invece annunciato che circa 2mila dei 19mila cittadini britannici ancora bloccati in Egitto saranno rimpatriati entro la notte di domenica.
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