Il Qatar acquisterà sette navi militari italiane per 5 miliardi di euro
L'accordo è stato firmato a Doha dal ministro degli Esteri Angelino Alfano durante la sua visita nell'emirato
Il Qatar ha concluso un accordo di 5 miliardi di euro con l’Italia per l’acquisto di sette navi militari. A riferirlo è stato il ministro degli Esteri dell’emirato, che ha aggiunto che la compravendita è parte di un più ampio accordo di cooperazione militare tra i due paesi.
Lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani ha dato l’annuncio durante una conferenza stampa a Doha, alla presenza del suo omologo italiano Angelino Alfano.
Il ministro si trova in Medio Oriente come parte di uno sforzo internazionale che ha già visto la visita del segretario di stato degli Stati Uniti Rex Tillerson, del ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian e di quello britannico Boris Johnson per porre fine a una disputa diplomatica tra Qatar, Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti ed Egitto.
“Sono lieto di annunciare la conclusione di un accordo per l’acquisto di sette unità navali dall’Italia nel contesto della cooperazione militare congiunta tra i due paesi”, ha detto al-Thani ai giornalisti presenti.
Strong #Qatar #Italy bilateral relations in all fields is our common objective for years to come. Great welcoming FM Alfano @ItalyMFA pic.twitter.com/KBcOSugZ1C
— محمد بن عبدالرحمن (@MBA_AlThani_) August 2, 2017
Il ministro arabo ha aggiunto che si stima un valore dell’accordo pari a circa 5 miliardi di euro. Al-Thani non ha fornito ulteriori dettagli sull’operazione e ha evitato di nominare le società coinvolte nell’affare.
Nel giugno del 2016, l’azienda italiana Fincantieri, del gruppo Leonardo, ex Finmeccanica, aveva dichiarato di aver firmato un accordo di quattro miliardi di euro per fornire alcune navi al Qatar.
Per l’emirato, la società costruirà quattro corvette da guerra, due navi di sostegno logistico e una piattaforma anfibia di per l’atterraggio di velivoli ed elicotteri, oltre a offrire servizi di manutenzione per i successivi 15 anni dalla data di consegna dei mezzi.
Tutte le navi saranno costruite nei cantieri navali italiani e i lavori cominceranno a partire dal 2018.
La società madre Leonardo fornirà invece sistemi elettronici e armi per le unità militari in questione, un affare che le frutterà circa un terzo dell’intero valore della commessa.
Il Qatar è impegnato in una controversia diplomatica con l’Arabia Saudita, il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto, che accusano il piccolo regno di sostenere il terrorismo e di essersi alleato con l’Iran, accuse che Doha ha prontamente respinto al mittente.
L’accordo militare tra il Qatar e l’Italia si inserisce così in una serie di mosse diplomatiche ed economiche che mostrano quanto la crisi sia lontana da una soluzione.
Il 31 luglio, l’emirato ha presentato una denuncia all’Organizzazione mondiale del commercio nei confronti dei suoi vicini, che hanno tagliato tutti i rapporti commerciali e diplomatici e hanno chiuso le rotte aeree e marittime con il piccolo regno.
L’Arabia Saudita infatti ha chiuso l’unico confine terrestre che lega il Qatar alla penisola araba.
Da inizio luglio, il Kuwait sta tentando una difficile mediazione che al momento non è riuscita a far ritirare ai paesi arabi le sanzioni contro Doha.
Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto hanno dichiarato che queste misure di pressione contro il Qatar continueranno finché il piccolo emirato non accetterà tutte le richieste dei paesi arabi, al fine di assicurare la stabilità e la sicurezza della regione.
Le condizioni, rifiutate da Doha, prevedevano la sospensione dei rapporti con l’Iran, la Fratellanza Musulmana e Hezbollah ma anche la chiusura del canale televisivo Al Jazeera e la rimozione di una base militare turca nell’emirato.
Il Qatar avrebbe inoltre dovuto risarcire i suoi vicini per i danni subiti in questi anni. L’emirato sarebbe poi stato periodicamente monitorato, per verificare il rispetto degli impegni presi.
L’emirato è dunque isolato, ma non è solo. Sta infatti ricevendo rifornimenti alimentari dall’Iran, che ha anche aperto lo spazio aereo ai suoi voli e dalla Turchia, che, come detto, ha aperto una base militare nel paese.
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