L’Unione europea e la Turchia trovano un accordo per la crisi dei migranti
Tre miliardi di euro, la riapertura delle pratiche per l'accesso della Turchia nell'Ue e il libero accesso per i turchi sarebbero le condizioni dell'accordo con Erdogan
Domenica 29 novembre si è svolto a Bruxelles un incontro fra i leader dell’Unione europea e le autorità turche per arginare il flusso di migranti diretti in Europa. In cambio l’Unione europea darà tre miliardi di euro in aiuti economici alla Turchia, come aveva proposto la cancelliera Merkel.
Consapevole della situazione critica in Europa, dove sono entrati illegalmente un milione e mezzo di migranti solo nell’ultimo anno, secondo quanto dichiarato Donald Tusk, il presidente turco Tayyip Erdogan è riuscito a concludere un accordo vantaggioso per proprio Paese. Di contro i 28 Paesi membri dell’Ue hanno raggiunto una proposta finale da proporre alla Turchia solo nella giornata di sabato 28 novembre, dopo numerosi scontri e tensioni.
Le misure che saranno discusse comprenderebbero la distinzione tra rifugiati e migranti che non necessitano di una protezione internazionale già al confine turco, evitando che questi intraprendano il loro viaggio verso l’Unione europea. Inoltre si prevede che siano rispettate le procedure bilaterali per riportare i migranti nei loro Paesi d’origine nel modo più veloce possibile, come riportato dall’agenzia Reuters, che avrebbe visionato il testo dell’accordo.
Lo scopo delle autorità europee è quello di rendere più difficoltoso il viaggio verso i propri Paesi e di impedire l’accesso agli afgani e agli asiatici che per arrivare in Europa attraversano la Turchia. Il governo di Ankara dovrà inoltre occuparsi di riportare in patria coloro che non riusciranno a ottenere asilo politico una volta arrivati in Grecia.
Il testo dell’accordo mostra chiaramente il compromesso accettato dagli stati membri, che hanno proposto in cambio dell’aiuto del Paese, la possibilità di accesso libero dei cittadini turchi in Europa, un’ingente somma di denaro e la riapertura delle trattative riguardanti l’ingresso della Turchia nell’Unione europea.
Aiuti economici
L’Unione europea offrirà alla Turchia tre miliardi di euro, che dovranno essere spesi per migliorare le condizioni di vita dei due milioni di siriani che attualmente vivono in Siria, affinché diminuisca il numero di coloro che cercano di raggiungere via mare le vicine spiagge della Grecia.
La Turchia invece vuole più fondi, dal momento che per la gestione dei siriani nel Paese ha speso già otto miliardi. Al fine di raggiungere in fretta un accordo, il testo lascia aperta la possibilità di modificare la somma in un momento successivo.
Ingresso nell’Unione europea
Per quanto riguarda l’apertura delle trattative riguardanti l’ingresso nell’Unione europea, una questione aperta ormai anni fa, i Paesi si incontreranno il 14 dicembre per parlare di una possibile cooperazione economica.
Ma la discussione riguardo a un maggiore rispetto dei diritti umani da parte del governo di Ankara è momentaneamente sospesa, nonostante le pressioni provenienti da Cipro. Lo scopo dell’Unione europea per l’incontro di domenica è quello di raggiungere un accordo sull’immigrazione, senza fare pressioni su Erdogan.
Tuttavia argomenti come l’incarcerazione di un giornalista turco o le tensioni con la minoranza curda non rimarranno di certo in secondo piano.
L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha infatti dichiarato che d’ora in poi l’Unione collaborerà con la Turchia, a patto che il Paese si impegni a rispettare i diritti umani, la libertà dei media e riapra il processo di pacificazione con la minoranza curda.
Libero accesso
All’interno dell’accordo l’Unione europea promette alla Turchia la possibilità di avere libero accesso al proprio territorio, se rispetterà gli impegni riguardanti la riduzione dei flussi migratori.
Il documento parla di completare un processo di liberalizzazione dei visti, che sostanzialmente comporta che, dall’ottobre del 2016, non sarà più necessario per i cittadini turchi possedere un visto per entrare nell’area Shengen, sempre qualora il paese rispetti gli impegni presi.
Il testo si conclude affermando che entrambe le parti ritengono che il piano sarà attuabile da giugno 2016.