Abolizione ora legale, la proposta della Commissione europea
La Commissione europea proporrà di abolire l’ora legale nell’Unione europea. Lo ha annunciato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dicendo che sarà proposta l’eliminazione del cambio tra ora legale e ora solare.
Secondo una consultazione pubblica lanciata in estate dall’esecutivo comunitario, i cui risultati ufficiali verranno resi pubblici oggi, l’80 per cento dei 4,6 milioni di partecipanti si sarebbe espresso a favore di questa ipotesi.
“Milioni di persone hanno risposto e credono che dovrebbe essere così”, ha detto Juncker in un’intervista alla televisione tedesca Zdf: “La gente vuole questo e lo faremo”.
La proposta potrebbe essere presentata già nella giornata di oggi.
“Abbiamo realizzato una consultazione pubblica e milioni di cittadini hanno risposto. Sono dell’avviso che in futuro debba essere l’ora estiva (ovvero l’attuale ‘ora legale’) a divenire la regola”, ha spiegato il presidente della Commissione Ue.
Sulla pagina ufficiale della consultazione, Bruxelles spiegava di aver avviato la verifica del “funzionamento delle attuali disposizioni relative all’ora legale” e “di valutare se sia opportuno modificarle” alla di “una serie di richieste giunte da cittadini, dal Parlamento europeo e da alcuni Stati membri”.
Ora legale, cos’è
La notte che precede l’ultima domenica di marzo in Italia si sposta l’orologio avanti di un’ora, passando dall’ora solare all’ora legale.
L’ora legale rimane in vigore per sette mesi.
Ma da cosa nasce questa regola?
Quando nell’Ottocento i diversi paesi del mondo adottarono gradualmente un orario unico – suddiviso in 24 fusi orari – riconosciuto in tutto il mondo, non si cambiava mai ora all’orologio e non si teneva conto delle diverse condizioni della luce e, di conseguenza, della sua influenza sullo stile di vita delle persone.
In precedenza, quando l’orologio non era diffuso tra la popolazione, i ritmi della vita quotidiana cambiavano, mese dopo mese, in base alla luce solare.
Nel 1916, con la Prima guerra mondiale in corso, il Regno Unito, per risparmiare energia, introdusse il British Summer Time, che prevedeva lo spostamento di un’ora in avanti dell’orologio durante i mesi estivi, permettendo così di guadagnare un’ora di luce in più.
Anche in Italia l’ora legale venne adottata per la prima volta nel 1916 come misura legata alla Prima guerra mondiale, e fu abolita successivamente nel 1920. Nel 1940, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la misura venne nuovamente adottata, per poi essere abrogata nel 1948.
Nel 1965, tuttavia, una crisi energetica portò l’Italia ad adottare nuovamente l’ora legale, per un periodo di quattro mesi compreso tra maggio e settembre, e che entrò in vigore ufficialmente nel 1966.
Quando nel 1979 la rivoluzione iraniana portò alla crescita del prezzo del petrolio, si verificò una nuova grande crisi energetica a livello internazionale. Per questa ragione, nel 1980, il governo italiano decise di prolungare l’ora legale a una durata di cinque mesi, facendola iniziare la prima domenica di aprile e, dal 1981 in poi, dall’ultima domenica di marzo.
Nel 1996 l’Italia e gli altri paesi dell’Unione europea, insieme ad altre nazioni del Vecchio continente, si accordarono per adottare l’ora legale nello stesso periodo, che va dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre.
L’obiettivo dell’ora legale è quello di indurre le persone a sfruttare maggiormente la luce naturale, evitando così di consumare energia.
Secondo Terna, la società che in Italia gestisce i flussi energetici sulla rete elettrica ad alta tensione, nel nostro Paese tra il 2004 e il 2007, grazie all’ora legale, sono stati risparmiati oltre 2,5 miliardi di kilowatt all’ora, quantificabili in 300 milioni di euro di energia.
Qui le informazioni sui paesi che adottano l’ora legale.