500 milioni di vaccini in meno ai Paesi poveri nel 2021. Covax: “Gli Stati ricchi cedano le proprie dosi”
Entro la fine del 2021 il programma Covax distribuirà ai Paesi più in difficoltà oltre 500 milioni di dosi in meno rispetto a quelle concordate
500 milioni di vaccini in meno ai Paesi poveri nel 2021. Covax: “Gli Stati ricchi cedano le proprie dosi”
Entro la fine del 2021 il programma globale Covax distribuirà ai Paesi più in difficoltà oltre 500 milioni di dosi in meno rispetto a quelle concordate: un taglio del 30 per cento sui 2 miliardi di vaccini previsti. Ad annunciarlo sono state le organizzazioni internazionali che gestiscono il programma. Seth Berkley, presidente della Gavi Vaccine Alliance, insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità, all’Unicef e alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) ha lanciato un appello ai Paesi più ricchi affinché condividano porzioni più ampie delle proprie scorte con il resto del mondo.
In una nota congiunta, le organizzazioni hanno dichiarato che la decisione di abbassare l’obiettivo del programma a 1.425 miliardi di dosi è dipesa da una serie di fattori, tra cui le restrizioni sulle esportazioni di vaccino decise dal Serum Institute of India (Sii), uno dei principali fornitori. “Le conseguenze di questa scelta sono negative per tutto il mondo, perché abbiamo visto l’effetto che il virus ha quando circola senza restrizioni”, ha dichiarato Berkley in un briefing con i giornalisti.
“Non possiamo permetterci ulteriori ritardi”, mentre gli operatori sanitari e le categorie più fragili attendono ancora la prima dose di vaccino nei Paesi a basso reddito, ha aggiunto. La nota precisa che il target di 2 miliari di dosi distribuite dovrebbe essere raggiunto nel primo quarto del 2022. Oltre 221 milioni di persone sono state contagiate dal Covid-19 nel mondo dall’inizio della pandemia e oltre 4.76 milioni sono morte, secondo le stime riportate da Reuters. Per questo Berkley insiste affinché i Paesi che hanno già raggiunto il proprio fabbisogno domestico cedano più scorte al resto del mondo. Secondo GAVI la decisione dei Paesi ricchi di pianificare un terzo giro di dosi di vaccino nel timore che l’effetto delle prime due stia svanendo non è supportata da alcuna evidenza scientifica.