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5 sequenze musicali per ricordare Stanley Kubrick

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Il grande regista ha segnato la storia del cinema con tredici film indimenticabili, spesso ricchi di storici momenti musicali

Il grande regista statunitense Stanley Kubrick, autore di film entrati nella storia del cinema come Shining, Arancia meccanica e 2001:Odissea nello spazio, nacque a New York il 26 luglio 1928.

Aveva iniziato la sua carriera nelle vesti di fotografo, realizzando alcuni reportage per la rivista Look, fino ad approdare alla macchina da presa nel 1953 con l’esordio Paura e desiderio.

Il primo grande successo arrivò però nel 1957, con uno dei manifesti del pacifismo al cinema, ovvero Orizzonti di gloria, un dramma ambientato durante la prima guerra mondiale con Kirk Douglas protagonista.

Da quel momento in poi, la carriera di Kubrick fu una sequenza pressoché ininterrotta di pellicole considerate tra i vertici della cinematografia mondiale, ognuna apparentemente lontanissima dall’altra come genere, ma allo stesso tempo unita alle precedenti attraverso lo stile del maestro.

Kubrick morì il 7 marzo 1999 nella sua casa di Harpenden, a nord di Londra, vittima di un infarto all’età di 70 anni, solo pochissimi giorni dopo aver finito di montare il suo ultimo lavoro, Eyes Wide Shut, interpretato da Tom Cruise e Nicole Kidman.

Difficile scegliere i momenti più memorabili di una carriera come questa, ma nell’anniversario della nascita abbiamo voluto selezionare cinque scene in cui il regista ha dimostrato di saper sfruttare in modo straordinario il connubio tra musica e immagini, realizzando sequenze rimaste nell’immaginario collettivo.

Ecco quindi cinque sequenze musicali tra le più note del cinema di Kubrick:

2001: ODISSEA NELLO SPAZIO/SUL BEL DANUBIO BLU (JOHANN STRAUSS)


Uno degli usi più noti che Kubrick ha fatto della musica nei suoi film è certamente quello del valzer Sul bel Danubio blu di Johann Strauss in 2001: Odissea nello spazio, capolavoro della fantascienza datato 1968.

Dopo un prologo ambientato all’alba dell’uomo, un improvviso salto temporale porta il film nell’anno del titolo, dove il regista immagina una danza di astronavi in orbita al suono del maestro viennese, fondendo in cinque minuti di poesia cinematografica senza dialoghi il passato più classico e il futuro più avveniristico.

ARANCIA MECCANICA/SINGIN’ IN THE RAIN (GENE KELLY)

Quando la trasposizione del romanzo di Anthony Burgess Arancia meccanica uscì nel 1971 a firma di Kubrick, il successo di critica e pubblico del film fu sicuramente alimentato dall’enorme scandalo che una pellicola del genere poteva creare all’epoca.

Il film, che dipingeva le gesta di una gang di giovani teppisti in un futuro prossimo, fu un pioniere nell’affrontare la violenza con uno stile molto meno sobrio che in passato, tanto che in molti protestarono ferocemente contro la supposta esaltazione degli atti narrati nel film.

Uno degli esempi più noti è sicuramente l’aggressione che Alex e i suoi drughi compiono a spese di uno scrittore e di sua moglie, realizzata mentre, in grande contrasto
con le immagini, il leader della gang canticchia Singin’ in the Rain, classico di Gene Kelly tra i grandi successi del musical hollywoodiano più lieto e scanzonato.

IL DOTTOR STRANAMORE/WE’LL MEET AGAIN (VERA LYNN)


Per quanto si tenda ad associare Kubrick a un cinema d’autore ricercato e a volte ermetico, non bisogna scordare che uno dei suoi successi al botteghino fu un film comico fin dal titolo, ovvero Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba.

La pellicola vedeva Peter Sellers, all’epoca tra i più grandi comici in circolazione e notissimo per il ruolo dell’ispettore Closeau nella serie della Pantera rosa, cimentarsi in ben tre ruoli, e affrontava il tema, allora molto attuale, della guerra nucleare tra USA e Unione Sovietica.

In un ultimo sberleffo tragicomico, la canzone che chiudeva il film era We’ll Meet Again di Vera Lynn, un pezzo associato alla partenza per il fronte dei soldati durante la seconda guerra mondiale, che in questo caso faceva da commento ironico a una serie di esplosioni nucleari poco adatte all’ottimismo del testo.

EYES WIDE SHUT/MASKED BALL (JOCELYNE POOK)

Una delle sequenze oggi più note dell’opera di Kubrick deriva dal suo ultimo film, Eyes Wide Shut, completato nel 1999 appena prima della morte improvvisa dell’autore. Si tratta della scena del rito orgiastico a cui Tom Cruise si ritrova a prendere parte dopo essere entrato, non invitato, a una festa in maschera.

La sequenza in cui una sorta di sacerdote vestito di rosso celebra un rito esoterico con alcune donne nude disposte in cerchio è punteggiata dalle
inquietanti note di Masked Ball, un tema scritto dalla compositrice inglese contemporanea Jocelyne Pook riproducendo al contrario le voci di due preti rumeni impegnati in un canto tradizionale ortodosso.

FULL METAL JACKET/MICKEY MOUSE MARCH (JIMMIE DODD)

Tra Shining, del 1980, e Eyes Wide Shut, del 1999, Kubrick realizza solo un altro lungometraggio, questa volta affrontando per la seconda volta (dopo Orizzonti di gloria) il tema della guerra. Non più la prima guerra mondiale, stavolta, ma quella del Vietnam, in un film che affronta la materia in maniera decisamente originale
rispetto alle tante pellicole sullo stesso argomento.

Nella prima parte lo spettatore è infatti immerso nella vita di un campo d’addestramento dei marines, con le reclute continuamente vessate dal Sergente Hartman. Poi il film entra nel vero e proprio campo di battaglia, e segue il plotone nel suo fronteggiare le brutalità insensate della guerra.

Il film termina con una scena surreale, quasi un commento all’insensatezza di tutte le azioni viste in precedenza, con i soldati che, in una sorta di regressione all’infanzia, marciano tra le macerie in fiamme intonando la Marcia di Topolino, ovvero la sigla del programma televisivo per bambini del 1955 The Mickey Mouse Club.

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