Arriva la stretta contro gli affitti brevi “Airbnb”: a Venezia i primi limiti
Arriva la stretta contro gli affitti brevi “Airbnb”: a Venezia i primi limiti
Anche l’Italia si prepara a prendere i primi provvedimenti contro il dilagare degli affitti brevi, offerti da piattaforme come Airbnb. Secondo un emendamento inserito nel decreto Aiuti, già approvato alla Camera, sarà Venezia la prima città in cui prenderà il via la sperimentazione di diversi limiti alla diffusione degli affitti per i turisti.
Un fenomeno che secondo attivisti e addetti ai lavori rischia di svuotare i centri storici e rappresenta una minaccia per il futuro stesso delle grandi centri d’arte e negli scorsi anni ha già spinto città come Parigi e Barcellona a prendere diverse contromisure.
Il provvedimento, presentato dal deputato del Partito democratico Nicola Pellicani, stabilisce un tetto al numero di immobili che possono essere affittati per durate brevi tramite le piattaforme digitali. Inoltre stabilisce che ogni singola casa può essere affittata ai turisti solo fino a 120 giorni all’anno. L’obiettivo è quello di favorire gli affitti a lunga durata e fermare l’emorragia di residenti che negli ultimi anni ha visto la popolazione della città lagunare scendere a 50.000 persone. “Il problema più importante della città è l’eccesso di turismo, 20.000 residenti hanno lasciato il centro tra il 2000 e il 2019”, ha detto il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, durante un’audizione alla commissione ambiente della Camera. “Se Venezia è un patrimonio dell’umanità non si può continuare a pensare che l’utilizzo di queste proprietà sia nella piena disponibilità dei privati”, ha aggiunto.
“Come già per altri ambiti, Venezia avvierà una sperimentazione a vantaggio poi anche di altre città che ci stanno osservando”, ha osservato il sindaco Luigi Brugnaro, che ha già annunciato dal primo agosto la sperimentazione della “prenotazione” per le visite in città e dal 2023 il pagamento del ticket per entrare a Venezia.