Spunta la tassa Covid negli scontrini: aumenti da 2 a 4 euro
Spunta la tassa Covid negli scontrini: aumenti da 2 a 4 euro
La riapertura di negozi, bar, ristoranti e parrucchieri è uno dei segnali più tangibili della lenta ripresa che l’Italia sta affrontando oltre a rappresentare un toccasana per l’economia del Paese duramente colpita dai due mesi di lockdown per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Eppure in questi primi giorni in molti hanno notato un aumento dei prezzi (circa il 25% in più denuncia il Codacons), perché i commercianti devono far fronte alla continua sanificazione dei locali o devono utilizzare oggetti monouso.
Spese in più che inevitabilmente finiscono per ricadere sul cliente. Sempre secondo il Codacons, si tratta di una vera e propria “tassa Covid”, riportata anche sullo scontrino, con un surplus dai 2 ai 4 euro per contribuire alla spese di sanificazione e messa in sicurezza dei locali. Secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, inoltre, alcuni estetisti impongono, per l’emergenza Covid, “kit obbligatori da indossare a un costo extra di 10 euro a carico del cliente”.
Anche l’Unione nazionale consumatori riscontra la presenza in molti casi di questa tassa Covid: “Si tratta di una sorta di tassa di sanificazione applicata da parrucchieri, estetisti e alcuni dentisti – spiega il presidente Massimiliano Dona -, una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore”.
Giù nei giorni scorsi, d’altronde, molti cittadini si erano lamentati per l’aumento del costo del caffè, che in molti posti ha superato l’1,20 euro, o della lievitazione dei prezzi dal proprio parrucchiere. “Stiamo ricevendo decine di segnalazioni sugli incrementi dei listini dei parrucchieri”, segnala infatti il Codacons, secondo cui il prezzo di un taglio è passato da una media di 20 a 25 euro (+25%), ma con punte di incremento che arrivano al +66%.
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