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Stellantis si allea con Tesla per poter inquinare di più ed evitare le multe dell’Ue

Immagine di copertina
John Elkann, presidente di Stellantis, ed Elon Musk, fondatore di Tesla. Credit: AGF

Stellantis si allea con Tesla per poter inquinare di più ed evitare le multe dell’Ue

Stellantis e altre case automobilistiche sono pronte ad allearsi con la Tesla di Elon Musk per evitare le salate multe dell’Unione europea previste nei confronti di chi non rispetterà nel 2025 i limiti sulle emissioni di anidride carbonica.

Lo rivela Automotive News, sito specializzato in notizie riguardanti l’industria automobilistica. In particolare, Stellantis, Toyota, Ford, Subaru e Mazda avrebbero deciso di dar vita insieme a Tesla a un “pool di condivisione delle emissioni di CO2” che sostanzialmente permetterà alle aziende che oltrepassano le soglie fissate dall’Ue di compensare i propri livelli in eccesso con i valori inferiori ai limiti registrati da altre aziende che fanno parte dell’alleanza. Nello specifico, sarà Tesla, che produce veicoli elettrici non inquinanti, ad andare in soccorso agli altri costruttori.

L’alleanza fra Stellantis, Tesla e le altre case automobilistiche

Secondo quanto emerso, il “pool” sarà gestito dalla stessa creatura di Musk, che avrebbe già presentato una dichiarazione d’intenti alla Commissione europea.

Un portavoce di Stellantis ha dichiarato ad Automotive News che la partecipazione di Tesla “aiuterà l’azienda a raggiungere gli obiettivi europei del 2025, ottimizzando le risorse”.

Il “pool” resterà aperto a nuovi partecipanti fino al 5 febbraio e Volkswagen e Renault avrebbero già manifestato interesse ad aderire.

Come funziona il “pool”

Nell’Unione europea – così come in altri Stati fra cui Canada, Giappone e California – vige un sistema di “scambio di quote di emissione” in base al quale a ciascuna azienda è assegnato un determinato numero di quote di emissione, che rappresenta la quantità di gas serra che quell’azienda può emettere: le aziende che producono emissioni al di sotto della quota loro assegnata possono vendere la quota non utilizzata – i cosiddetti “crediti di carbonio” – ad altre aziende che superano il limite.

Nei primi nove mesi del 2024 Tesla ha fatturato 72 miliardi di dollari, di cui il 3% derivante proprio dai “crediti di carbonio” venduti ad altre aziende inquinanti.

Il rischio di sanzioni dall’Ue

In base agli obiettivi climatici dell’Unione europea, nel 2025 l’industria automobilistica dovrà ridurre le emissioni di gas climalteranti del 15% rispetto ai livelli del 2021.

Per raggiungere questi traguardi, gli esperti stimano che i veicoli elettrici debbano rappresentare almeno il 20% delle vendite, mentre ad oggi nell’Ue le auto a batteria assorbono appena il 15% delle immatricolazioni.

A carico delle aziende che sforeranno il limite di emissioni consentite, l’Ue ha previsto una multa pari a 95 euro per ogni grammo di anidride carbonica in eccesso. Secondo alcune stime rilanciate nei mesi scorsi dall’Acea, l’associazione europea delle case automobilistiche, le multe complessive potrebbero superare i 15 miliardi di euro, anche se l’autorevole ong Transport & Environment parla di cifre assai più basse, intorno a 1 miliardo di euro.

LEGGI ANCHE: Prezzi esagerati, Cina e ritardo sull’elettrico: da dove nasce la disfatta europea dell’auto

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