Standard and Poor’s conferma il rating dell’Italia: BBB e outlook negativo
Standard and Poor’s conferma il rating dell’Italia: BBB e outlook negativo
Standard and Poor’s (S&P) conferma il rating dell’Italia: BBB. L’outlook è confermato negativo. Il giudizio dell’agenzia di rating è stato reso noto nella serata di oggi, venerdì 24 aprile, come da regolamento dopo la chiusura dei mercati azionari. Scongiurato quindi il pericolo prefigurato da alcuni analisti di declassamento a livello Junk (spazzatura) anche se S&P avverte che potrebbe “abbassare i rating se il rapporto debito/PiL non riuscisse a spostarsi su un percorso discendente chiaramente discernibile nei prossimi tre anni”, oppure, si legge nel comunicato, se l’Italia non avrà adeguato sostegno da parte dell’Eurozona.
Più nel dettaglio S&P rimarca che il taglio del rating potrebbe concretizzarsi “se vi fosse un marcato deterioramento delle condizioni di indebitamento che compromettono la sostenibilità delle finanze pubbliche”, anche per esempio “a causa di insufficiente sostegno di misure politiche a livello della zona euro”. Allo stato attuale, comunque, “l’attuale sostegno finanziario della Bce consente all’Italia di rifinanziare il proprio debito a tassi di interesse reali di circa lo 0%”.
Le agenzie di rating utilizzano una scala di valori che va dalla tripla A, attribuita alle obbligazioni più sicure e quindi con un rendimento basso, fino alla D, che si ha quando il soggetto emittente è a rischio default. Dal livello BB (compreso) in giù, i titoli vengono considerati spazzatura. Il rating confermato a BBB mantiene l’Italia due gradini sopra il livello Junk.
Da parte di Standard and Poor’s, dunque, nessun declassamento nonostante la crisi provocata dall’emergenza Coronavirus che da oltre un mese ha di fatto paralizzato il nostro sistema produttivo (circa un lavoratore su due in Italia in questo momento è senza reddito). Proprio oggi il Governo ha varato un Def (Documento di Economia e Finanza) che prevede per il 2020 un crollo del Pil dell’8%, uno sforamento del deficit al 10,4% del Pil e un rapporto debito pubblico/Pil che schizza al 155,7%.
A contenere la crisi finanziaria potrebbe contribuire l’intervento della Banca centrale europea (Bce), che – a fronte dell’emergenza Covid-19 – nelle scorse settimane ha annunciato l’acquisto di titoli di Stato italiani per circa 200 miliardi di euro. Nell’Unione europea, intanto, prosegue il braccio di ferro tra gli Stati membri sulle misure da adottare per far fronte alla crisi: ieri il Consiglio europeo ha dato il via libera alla creazione di un Recovery fund per destinare aiuti economici ai paesi più in difficoltà, ma non c’è ancora intesa sulla modalità del sostegno (prestito o contributo a fondo perduto). Le altre misure previste dall’Ue sono l’utilizzo del Mes, della Banca europea per gli investimenti (Bei) e di Sure, una sorta di cassa integrazione europea.
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