Salvini: “Lo spread? Colpi di coda per intimorire”
SPREAD OGGI SALVINI – Lo spread sale ma Matteo Salvini non si sente chiamato in causa. Il vicepremier minimizza sui rischi di una crescita del differenziale tra rendimento dei titoli di Stato italiani, decennali, ed omologhi tedeschi. Commentando la risalita il vicepremier e leader della Lega, rispondendo alle domande dei giornalisti a San Severo, in provincia di Foggia, ha parlato di generici “colpi di coda”.
Spread oggi 16 maggio 2019 | Salvini
“Stanno tentando gli ultimi colpi di coda perché hanno capito che l’Europa può cambiare”, ha affermato Salvini rispondendo alle domande se fosse preoccupato per l’aumento dello spread. “Con il voto del 26 maggio – ha poi aggiunto il ministro dell’Interno – non solo in Italia, in Olanda si può cambiare rimettendo al centro il lavoro, la famiglia, i diritti e non la finanza e il business. Quindi usano lo spread per intimorire”.
Non sono mancate oggi le frecciate degli avversari politici. Il capogruppo del Partito Democratico alla Camera Graziano Delrio ha detto: “Ormai non è più solo uno stucchevole spettacolo la quotidiana schermaglia tra Salvini e Di Maio. Hanno portato l’Italia in zona pericolo come è evidente dallo spread tornato a sfiorare quota 300 mentre il governo è chiuso, da settimane, per campagna elettorale. Vadano a casa. L’Italia merita di meglio”.
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, poi, a margine della presentazione di un rapporto dell’Ocse alla Camera, ha affermato: “Dobbiamo evitare messaggi che creano solo tensioni gratuite e fanno elevare lo spread solo dalle parole”. “Chiaramente – ha proseguito il numero uno di Confindustria – questo ci impone di avere attenzione al debito pubblico, la cui riduzione ci farebbe ridurre gli interessi che paghiamo ogni anno per 70 miliardi di euro e, nel medio termine, dovrebbe essere una delle grandi priorità da affrontare”.
Sul limite del 3% di deficit/pil, che nei giorni scorsi il vicepremier Salvini ha detto di voler superare, “da tempo – ha proseguito Boccia – noi siamo dell’idea che non vada superato superare il 3% non significa solo sforare le regole europee, è una questione italiana, significa più deficit e più debito pubblico”.