Rottamazione quinquies, Garavaglia (Lega): “Testo finale entro l’estate”. Misiani (Pd): “Non si farà, mancano le coperture”

Secondo le stime del Mef, la rateizzazione decennale proposta della Lega costerebbe 5 miliardi di euro solo nel 2025
La strada che porta alla Rottamazione quinquies – il quinto piano in nove anni di rottamazione delle cartelle esattoriali – è tutta in salita. Non tanto perché la Lega, che ha formulato la proposta, deve vedersela all’interno della maggioranza di governo con le resistenze di Forza Italia, che spinge invece per un taglio dell’aliquota Irpef per il ceto medio. Fosse solo una questione politica, una soluzione si troverebbe. Ma il vero nodo è quello delle coperture.
Rottamazione quinquies, cosa prevede e il nodo coperture
In base alla proposta di legge formulata dai senatori leghisti Massimo Gravaglia e Massimiliano Romeo, la Rottamazione quinquies consentirebbe una dilazione fino a 120 rate mensili – senza l’aggravio di sanzioni né interessi – per il pagamento delle cartelle notificate dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. La misura elaborata dal Carroccio sarebbe generosa anche nei confronti di chi disattende il piano di rientro: si perde il beneficio della rottamazione, infatti, solo dopo 8 rate non saldate, anche non consecutive (mentre con le precedenti sanatorie la decadenza scattava già alla prima rata non soddisfatta).
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – leghista e, almeno a parole, favorevole alla misura – ha chiesto ai tecnici di Via XX Settembre di calcolare l’impatto che il condono avrebbe sui conti dello Stato. Secondo le simulazioni ministeriali – anticipate nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore – la nuova definizione agevolata delle cartelle costerebbe 5,2 miliardi di euro per l’anno in corso, 3 miliardi il 2026 e 2,3 nel 2027, mentre al termine dei dieci anni di rateizzazioni il saldo finale tra somme incassate e mancati introiti sarebbe negativo per 1,5 miliardi di euro.
Forza Italia, da parte sua, spinge per abbassare l’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro o, in un’ipotesi più ampia, fino a 60mila. Anche in questo caso, però, si pone il problema dei costi: ridurre l’aliquota per i redditi fra 28mila e 50mila euro costerebbe 2,5 miliardi di euro, mentre se si estendesse l’intervento ai redditi fino a 60mila euro il conto finale sfiorerebbe i 5 miliardi.
Nel caso – assai remoto – che alla fine vadano in porto sia la Rottamazione quinquies sia il taglio dell’Irpef per il ceto medio, il conto finale per il solo 2025 sarebbe quindi tra i 7,7 e i 10,2 miliardi di euro, cifra pari a una mezza finanziaria.
Garavaglia (Lega): “In Commissione clima positivo. Impossible stimare i costi oggi”
Il senatore della Lega Massimo Garavaglia, autore della proposta, non ama parlare di “rottamazione”. “Io – dice a TPI – preferisco chiamarla ‘rateizzazione lunga’, perché il termine ‘rottamazione’ dà l’idea che si faccia un regalo, mentre qui non si regala niente. Semplicemente si dà la possibilità a chi è in difficoltà e ha dichiarato di pagare il dovuto con benefici da ambo le parti: lo Stato non perde il credito e il contribuente ha la possibilità di mettersi in bonis”.
“In Commissione Finanze – assicura Garavaglia – il clima è molto positivo da parte di tutte le forze politiche. Ovviamente l’opposizione fa l’opposizione, ma non ci sono dei No pregiudiziali. Anche perché rammento che la prima rottamazione l’ha fatta Renzi ai tempi in cui era segretario del Pd, la seconda l’ha fatta Gentiloni, anche lui del Pd, la terza l’ha fatta Conte del M5S e la quarta l’ha fatta la Meloni. In pratica c’è tutto l’arco parlamentare…”.
Per il senatore della Lega, “non esiste un tema politico per quanto riguarda la maggioranza: il clima – garantisce – è molto positivo perché si sta ragionando nel merito di entrambi gli argomenti. Di come gestire al meglio il magazzino fiscale trovando delle forme di smaltimento del pregresso e di come evitare che si formino nuovi incagli. La rateizzazione è uno strumento che può favorire questo percorso”.
Il nodo delle coperture? Qui Garavaglia si inalbera: “Ma chi l’ha detto? Io, non avendo letto il testo finale del provvedimento, non sono in grado di fare una quantificazione. E mi stupisco che ci sia qualcuno in grado di farlo. Forse chi fa queste quantificazioni pensa di saper leggere il fegato degli animali, come facevano gli antichi…”.
Il senatore leghista pronostica che il testo finale – dopo la discussione in Commissione – possa essere “pronto prima dell’estate”.
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Misiani (Pd): “Solo propaganda, mancano i soldi”
La Rottamazione quinquies? “Parliamo di cose serie, per favore: questa è propaganda”, risponde a TPI il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia e Finanze del Partito Democratico. “La quinta rottamazione sarebbe una misura iniqua e costosissima. Richiederebbe coperture per più di 10 miliardi di euro in tre anni, di cui 5 il primo anno. Somme che non ci sono”.
“Di rottamazione e rottamazione – osserva il senatore dem – si rischia di indebolire il rapporto di fiducia tra lo Stato e i contribuenti che fanno il loro dovere, peraltro già ampiamente compromesso dai tanti condoni varati da questo governo. Le misure straordinarie dovrebbero servire per aiutare i contribuenti che sono in reali condizioni di difficoltà, qui invece si vuole fare l’ennesima operazione generalizzata che avrebbe poco senso dal punto di vista dell’equità complessiva del sistema”.
Misiani, già viceministro dell’Economia nel Governo Conte 2, si dice “fortemente scettico” rispetto alla possibilità che la misura si possa concretizzare: “Mancano le coperture”, fa notare. “Fra l’altro le rottamazioni hanno sempre prodotto molte meno entrate rispetto alle previsioni iniziali. Quelle precedenti dovevano far incassare allo Stato 70 miliardi, ma ne sono entrati meno di 32…”.
Secondo il senatore del Pd, tra Lega e Forza Italia “è in corso una guerra di posizionamento politico all’interno della maggioranza. Non a caso – aggiunge sibillino – spicca il silenzio glaciale di Fratelli d’Italia”.
Per lo Stato 1.267 miliardi di crediti inevasi
La proposta di una Rottamazione quinquies arriva dopo che nel Decreto Milleproroghe, approvato lo scorso 20 febbraio, è stata inserita la riapertura dei termini per la Rottamazione quater, riferita alle cartelle notificate fino al 30 giugno 2022. La riapertura riammette alla sanatoria quel mezzo milione di contribuenti che aveva aderito ma non aveva rispettato i pagamenti (ma per le somme ancora dovute saranno applicati interessi del 2% annuo a decorrere dal novembre 2023).
Ad oggi, il “magazzino” delle cartelle inevase conta complessivamente oltre 1.267 miliardi di euro, di cui però si stima che siano realisticamente recuperabili solo un centinaio di miliardi, mentre il resto viene considerato sostanzialmente carta straccia.
Stando alla relazione di fine mandato di Ernesto Maria Ruffini, ormai ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, negli ultimi otto anni le rottamazioni ha generato un incasso per lo Stato di poco inferiore ai 32 miliardi di euro, di cui poco meno di 5 miliardi nel 2024 per effetto della Rottamazione quater.