Riforma del catasto, cosa prevede e cosa cambia
Riforma catasto: cosa prevede e cosa cambia
Perché si parla di riforma del catasto? Cosa prevede e cosa cambia? Quali saranno le conseguenze? Tutto è legato all’articolo 6 della legge delega sulla riforma fiscale. Vediamo nel dettaglio che cosa si intende per riforma del catasto e quali sarebbero le conseguenze per il popolo italiano.
Cosa prevede
Prima di capire a cosa stiamo andando incontro, è giusto precisare che cosa si intende per catasto. Questo altro non è che la documentazione integrale all’interno della quale sono presenti informazioni dettagliate circa le proprietà immobiliari presenti in Italia. Al momento, nel nostro paese sono stati censiti circa 76,5 milioni di unità immobiliari, senza tenere conto dei terreni a disposizione. Il catasto serve quindi ad ottenere un censimento di tutti i terreni e i fabbricati presenti nel nostro paese. In base a questi numeri, è quindi possibile classificarli seguendo alcuni parametri, tra cui il calcolo dell’Imu.
Cosa prevede, quindi, una riforma del catasto? Ma, soprattutto, a cosa serve? Il Governo Draghi è interessato a far emergere tutti quei terreni e immobili ritenuti “fantasma”, ovvero non registrati e quindi abusivi oppure non registrati nel modo corretto. Attraverso la riforma del catasto, sarebbe possibile ricalcolare le rendite catastali e introdurre meccanismi di aggiornamento periodico delle rendite catastali anche in relazione al cambiamento delle condizioni di mercato. Così come potenziare e modernizzare gli strumenti messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate in modo da poter effettuare una mappatura più precisa degli immobili presenti sul territorio nazionale. Infine, la riforma del catasto serve anche ad ottenere agevolazioni per quegli immobili di interesse storico/artistico tenendo conto dei costi di manutenzione e conservazione.
Cosa cambia
Cosa cambierebbe quindi? Attualmente il catasto italiano ha un impianto generale di circa 70 anni. Questo cosa significa? Che non aggiornandolo sono presenti disallineamenti tra i valori attuali di mercato degli immobili e le vecchie rendite catastali. Questo ha un impatto anche sulle tasse e sugli affitti (alcuni ad esempio potrebbero pagare più del dovuto, altri invece di meno). Quindi la riforma del catasto avrà un impatto negativo sulle tasse degli italiani? La risposta è no. Il governo aveva specificato per iscritto che le nuove informazioni derivate dalla riforma non verranno utilizzate “per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali”. Quello che interessa principalmente è far sì che tutti gli immobili vengano mappati, di conseguenza emergerebbero eventuali abusi edilizi.