Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Economia

“In Italia più pensioni erogate che lavoratori”: il report di Cgia Mestre

Immagine di copertina

Mentre nel Centro-Nord, eccezion fatta per Liguria, Umbria e Marche, i lavoratori attivi sono – anche se di poco – in numero maggiore rispetto a coloro che percepiscono una pensione, al Sud il sorpasso è pienamente avvenuto: questi ultimi superano infatti i primi di un milione e 244 mila unità.

In totale a livello nazionale lo scarto è di 205mila tra chi lavora e chi percepisce un sussidio: sono 22 milioni e 759 mila gli assegni, mentre i lavoratori autonomi e i dipendenti occupati nelle fabbriche, negli uffici e nei negozi sono 22 milioni 554 mila. A rivelarlo è l’Ufficio studi della Cgia, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, che riporta dati riferiti al 1 gennaio 2022.

Va ricordato che il numero di pensionati è più basso rispetto a quello delle prestazioni erogate: i beneficiari di trattamenti Inps alla fine dell’anno scorso erano infatti poco più di 16 milioni.

Tra le principali cause di questo squilibrio c’è la forte denatalità che da 30 anni caratterizza l’Italia: il calo demografico ha ridotto la popolazione in età lavorativa. Tra il 2014 e il 2022, secondo Cgia, la popolazione italiana nella fascia di età più produttiva, che va dai 25 ai 44 anni, è diminuita di oltre un milione e 360 mila unità, un calo del 2,3%.

“Un Paese che registra una popolazione sempre più anziana – fa notare l’associazione – potrebbe avere nei prossimi decenni seri problemi a far quadrare i conti pubblici; in particolar modo a causa dell’aumento della spesa pensionistica, di quella farmaceutica e di quella legata alle attività di cura/assistenza alla persona”.

Il risultato dell’analisi è comunque sottodimensionato, perché circa un milione e 700mila pensionati hanno comunque continuato volontariamente a esercitare l’attività lavorativa. Per quanto riguarda il risultato “anomalo” del Sud, va segnalato che, rispetto alle altre zone d’Italia, il numero degli occupati è sensibilmente inferiore.

Ti potrebbe interessare
Economia / Donnarumma, AD di FS: “Puntiamo sulla coopetizione per affrontare le sfide della mobilità”
Economia / La rivoluzione mancata dell’IA e la prossima crisi finanziaria Usa
Economia / Non scommettiamo contro il dollaro
Ti potrebbe interessare
Economia / Donnarumma, AD di FS: “Puntiamo sulla coopetizione per affrontare le sfide della mobilità”
Economia / La rivoluzione mancata dell’IA e la prossima crisi finanziaria Usa
Economia / Non scommettiamo contro il dollaro
Economia / Dazi amari: perché la Trumpnomics rischia di scatenare una guerra commerciale e di impoverire gli americani
Economia / Ryanair rimborserà i consumatori per i costi extra del check-in
Economia / Record di Bitcoin: supera gli 87mila dollari grazie alla vittoria di Donald Trump
Economia / Trenitalia e FFS rinnovano la collaborazione per i collegamenti tra Italia e Svizzera
Economia / Msc, partono da Bari le crociere invernali verso il Mediterraneo Orientale
Economia / Ministero dell'Economia e Lufthansa litigano sul prezzo: la vendita di Ita rischia di saltare
Economia / Connessioni che contano: sfruttare il social trading per la crescita finanziaria