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Home » Economia

L’Istat: “Il Reddito di Cittadinanza ha evitato un milione di poveri in più in Italia”

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Il Reddito di Cittadinanza ha evitato un milione di poveri

Un milione di poveri in più in Italia: è quanto sarebbe accaduto se non ci fosse stato il Reddito di Cittadinanza.

Lo certifica l’Istat nel report annuale, presentato nella giornata di venerdì 8 luglio alla Camera, in cui è stata analizzata la situazione economica e sociale del Paese nel 2021 e nei primi mesi del 2022.

Secondo i dati dell’istituto, le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare reddito di cittadinanza e di emergenza, hanno evitato a un milione di individui, circa 500mila famiglie, di trovarsi in condizione di povertà assoluta.

Le misure, inoltre, hanno avuto effetto anche sull’intensità della povertà che, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata di 10 punti percentuali più elevata raggiungendo il 28,8% anziché il 18,7 per cento.

“Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza avremmo avuto un milione di poveri in più in Italia” ha dichiarato la coordinatrice del Rapporto annuale dell’Istat Linda Laura Sabbadini.

Dal rapporto emerge anche che il numero di italiani che si trovano in condizione di povertà assoluta è più che triplicato passando da 1,9 a 5,6 milioni (il 9,4% del totale).

Dal 2005 la povertà assoluta è raddoppiata con le famiglie coinvolte che sono passate da poco più di 800mila a 1 milione 960mila nel 2021 (il 7,5% del totale).

Secondo l’Istat, inoltre, sono aumentati i lavoratori precari a tempo determinato, obbligati ad accettare stipendi da fame pur di non perdere il lavoro.

In Italia, infatti, quasi 5 milioni di occupati, il 21,7 per cento del totale, sono “non-standard”. Si tratta perlopiù di stranieri, donne, giovani, meridionali, che guadagnano meno di 12mila euro l’anno, ovvero al di sotto della soglia minima considerata dall’istituto.

“Benché le misure adottate dal governo siano state, come era accaduto durante la pandemia, puntuali e mirate, la ripresa è stata messa a rischio dal sovrapporsi di diversi fattori: dal prolungarsi della guerra, alla crescente inflazione, agli effetti dei cambiamenti climatici, all’acuirsi delle diverse forme di disuguaglianza, che purtroppo rappresentano una pesante eredità del passato biennio” ha dichiarato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo.

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