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Home » Economia

Quota 100 avrà 632mila adesioni in meno del previsto

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

La simulazione della Cgil: nel triennio andranno in pensione un terzo delle persone che erano state stimate (e meno di una sue tre sarà donna)

Quota 100: meno adesioni del previsto

In tre anni Quota 100 totalizzerà circa un terzo delle adesioni che erano state previste al momento dell’introduzione della misura: 341mila anziché 973mila. Lo dice una stima realizzata dalla Cgil nell’ambito di uno studio intitolato “Disuguaglianze di genere nel sistema previdenziale”, da cui emerge anche come Quota 100 si stia rivelando un canale d’uscita molto più vantaggioso per gli uomini che per le donne.

Quando nel gennaio 2019 la misura fu varata dal Governo Conte 1, sostenuto da M5S e Lega, si considerò che all’Inps sarebbero arrivate 290mila domande nel primo anno di operatività, 327mila nel secondo e 356mila nel terzo: totale del triennio sperimentale, appunto, 973mila. Per questo il governo aveva previsto uno stanziamento di 3,8 miliardi di euro per il 2019, di 7,8 miliardi nel 2020 e di 8,3 miliardi nel 2021.

In questi primi dieci mesi di Quota 100, però, le cose sono andate diversamente. Molto diversamente. All’11 novembre 2019 risultano arrivate all’Inps circa 201mila domande, a fronte delle 290mila attese per l’intero anno. E secondo la simulazione della Cgil alla scadenza del triennio sperimentale le adesioni alla misura di prepensionamento non saranno più di 341mila, anziché 973mila. La differenza è di 632mila unità.

Questa sovrastima implica un notevole risparmio nelle somme stanziate. Alla fine del 2019 si prevede che avanzeranno circa 1,5 dei 3,8 miliardi di euro previsti. E alla fine del triennio il risparmio potrebbe salire anche a 7 miliardi complessivi.

Secondo la Cgil, inoltre, Quota 100 è uno strumento utile più agli uomini che alle donne: il sindacato stima infatti che delle 341mila adesioni in tre anni di cui sopra, solo 100mila riguarderanno contributrici di sesso femminile.

Tra le donne, il sindacato calcola che tra 2019 e 2021 oltre 43.500 donne usciranno con Quota 100 nel settore privato e più di 56.200 nel settore pubblico. Il resto della platea coinvolta è rappresentato da uomini (oltre 214 mila).

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