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Home » Economia

Primavera d’impresa: l’intervista a Cristina Nati

Immagine di copertina
Cristina Nati

Primavera d’impresa, l’intervista alla presidente della Cooperativa Crisis, Cristina Nati. Ecco come è nato il premio regionale della Toscana, riservato alle aziende che crescono grazie a creatività e innovazione.

Che cos’è Primavera d’impresa e quando è nata l’iniziativa?
Primavera d’impresa è nata dall’idea della nostra cooperativa come un evento di promozione che volevamo fare ormai due anni fa a livello provinciale pisano. In realtà dalla prima edizione ha preso subito un taglio regionale e, stimolato dalla Regione, dalle Università e dai centri di ricerca toscani e dalle associazioni di categoria, lo abbiamo reso subito un concorso per le aziende regionale. È un evento di premiazione itinerante per i capoluoghi di provincia toscani. L’anno scorso siamo stati a Prato quest’anno saremmo a Livorno. La data precisa non l’abbiamo ancora bloccata perché di solito si fa all’equinozio di Primavera che cade il 21 marzo. Ovviamente quest’anno per via del Coronavirus la situazione è quella che è quindi abbiamo dovuto bloccare e spostare l’evento.

Che tipo di aziende possono candidarsi?
Le aziende candidate sono di qualsiasi tipologia. Basta che abbiano realizzato un progetto di creatività, di innovazione all’interno del proprio percorso aziendale che abbia apportato negli ultimi 3 anni un vantaggio competitivo di business. Qualsiasi cosa che gli abbia prodotto dei benefici. Le aziende sono un po’ di tutti i tipi. Quest’anno siamo più del doppio dello scorso anno. Sono aziende che in realtà vogliono fare incontri, vogliono fare networking con altre imprese. Infatti mettiamo a disposizione una piattaforma di network dove le aziende predefiniscono i vari appuntamenti da fare nella mattinata dell’evento. Il pomeriggio, invece, è dedicato all’approfondimento tematico partendo dalla relazione di una persona di spicco del mondo economico e del mondo imprenditoriale che fa da apripista ad un’agorà che conduce Luca Telese ormai in modo storico. Il premio di Primavera d’Impresa è un marchio senza scopo di lucro e i sostenitori coprono le spese di quello che è la costruzione dell’evento, la gestione della segreteria. Il nostro ruolo ormai è diventato solo di segreteria organizzativa e di responsabile giuridico dell’evento.

Di quante imprese stiamo parlando? Quanti sono i soci?
Lo scorso anno eravamo 150 aziende per un complessivo di 80 milioni di fatturato e 900 addetti quest’anno sicuramente avremo un bacino più ampio. Abbiamo già superato i 120 iscritti. Con dei numeri ben più importanti.

Come mai sono aumentate le adesioni rispetto all’anno scorso secondo lei?
L’anno scorso ha avuto grande successo la piattaforma di networking che dimostra come le aziende abbiano voglia di creare un lavoro insieme, costruire e avere incontri con aziende che normalmente non si incontrano. Hanno aderito tutte le associazioni di categoria, il mondo universitario toscano, incluse la Scuola Superiore Sant’Anna e la Normale di Pisa. E anche il CNR nazionale. Non solo quello toscano. Più le varie fondazioni che si occupano di sostenibilità.

Qual è il fil rouge dell’iniziativa?
Il Fil Rouge è un po’ quello di creare filiere dove le aziende con l’attenzione alla sostenibilità a 360 gradi, quindi non soltanto ambientale ma anche di gestione dell’azienda. L’anno scorso ha vinto un’azienda che aveva messo in piedi un progetto di welfare per i dipendenti che gli ha reso la vita migliore e quindi con accordi con i dipendenti l’azienda ha avuto ovviamente benefici di produttività. L’azienda vaporizzava i tessuti quindi i lavoratori erano sempre sotto cappe di calore, di vapore con delle attività di afficentamento energetico e ambientale. Questa azienda ha reso sicuramente la vita dei dipendenti migliore e il risparmio ambientale è stato evidente. Anche l’azienda stessa ha avuto dei vantaggi perché ha ottimizzato e ha recuperato il vapore che andava disperso. Ci sono anche delle realtà che hanno voglia di capire e di incontrare aziende che normalmente anche negli eventi delle associazioni di categoria non riuscirebbero ad incontrare perché quelli di Confindustria incontrano quelli di Confindustria, quelli di Confcommercio quelli di Confcommercio qui invece sono tutte insieme e quindi aderiscono aziende di varie associazioni di categoria e anche di varie parti della Toscana che normalmente non si incontrano. Quest’anno ad esempio sono presenti tutte le provincie toscane, insomma è un modo diverso di poter sviluppare accordi e partnership. Quest’anno addirittura abbiamo una banca che ha sviluppato dei contratti e dei conti correnti di Primavera d’impresa con delle situazioni vantaggiose anche di finanziamento alle imprese.

Ma secondo lei è un modello esportabile? Nelle altre regioni esiste qualche cosa di simile?
A mio avviso no. Devo dire che ci sono delle Regioni che ci hanno proprio chiesto di farlo. Al momento non abbiamo la forza per organizzare lo stesso evento in altre Regioni. Siamo alla seconda edizione regionale. Consideri che noi assumiamo tre persone che fanno call center chiamando le aziende, facciamo ufficio tecnico che aiuta a fare dei progetti, perché ovviamente il comitato scientifico nostro è composto da tutte le università toscane e c’è un referente per ognuna. La nostra cooperativa ha un comitato tecnico scientifico che esamina tutti i progetti ecco è veramente tanto un lavoro. A noi ci costa tre mesi di lavoro full time quindi pensare di estenderlo ad altre regioni è un passaggio organizzativo ed economico importante. Va ragionato con le regioni e con le associazioni di categoria. Sicuramente se si crea una rete di sostenitori può essere esportato tranquillamente. Come ha funzionato qui credo che possa funzionare anche altrove. Non esiste nemmeno in Lombardia.

Il premio Primavera d’impresa in che cosa consiste?
Non abbiamo nemmeno premi in denaro. Consideri che il primo premio è una consulenza del valore di 10mila euro pagata da noi o dai partner, il secondo e il terzo premio è un premio per l’azienda e per fare i dipendenti che hanno contribuito a realizzare il progetto. I dipendenti vincono una giornata da trascorrere insieme a visitare i luoghi della città ospite con un percorso turistico e culturale. Incluso il pranzo insieme ai colleghi e devo dire che è una cosa che è piaciuta tantissimo perché ha creato quella rete come dico io di umanità interna in un contesto un po’ diverso visto che di solito con i colleghi si trascorre solo la giornata di lavoro invece stare insieme anche fuori dal contesto lavorativo ha rafforzato e stimolato i rapporti di persone che passano tante ore insieme. Questi sono i nostri premi.

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