“Vogliamo pagare più tasse”: la lettera ai politici di 250 super ricchi
“Fateci pagare più tasse”. Lo scrivono 250 super ricchi in una lettera rivolta ai governi di tutto il mondo. L’appello, dal titolo “Proud to pay more” (“Orgogliosi di pagare di più”), è destinato in particolare ai leader politici riuniti in questi giorni a Davos, in Svizzera, per il World Economic Forum.
Tra i firmatari del documento ci sono: Abigail Disney, pronipote di Walt; Valerie Rockefeller, erede della dinastia statunitense; Ise Bosch, nipote del fondatore dell’omonima multinazionale tedesca dell’automotive; il musicista Brian Eno; l’attore Brian Cox, che interpretava il miliardario Logan Roy nella popolare serie tv Succession.
Gli unici italiani che compaiono nella lista dei sottoscrittori sono Martino Cortese, nipote del fondatore di Amplifon, e Guglielmo e Giorgiana Nortarbartolo di Villarosa, nipoti del conte Paolo Marzotto.
Nella lettera – promossa dalle onlus Oxfam, Patriotic Millionares e Tax Me Now – si legge: “Se i rappresentanti eletti delle principali economie mondiali non adottano misure per affrontare il drammatico aumento della disuguaglianza economica, le conseguenze continueranno ad essere catastrofiche per la società”.
“Siamo le persone che investono in startup, modellano i mercati azionari, fanno crescere le imprese e promuovono una crescita economica sostenibile”, scrivono i super ricchi.
“Siamo anche le persone che beneficiano maggiormente dello status quo. Ma la disuguaglianza ha raggiunto un punto critico e il suo costo per la nostra stabilità economica, sociale ed ecologica è grave e cresce ogni giorno. In breve, abbiamo bisogno di agire adesso”.
E ancora: “Sappiamo tutti che l’economia ‘a cascata’ non si è tradotta in realtà. Al contrario, ci ha dato salari stagnanti, infrastrutture fatiscenti, servizi pubblici inadeguati e ha destabilizzato l’istituzione stessa della democrazia. Ha creato un sistema economico vergognoso, incapace di garantire un futuro più luminoso e sostenibile”.
“La nostra richiesta – affermano i firmatari dell’appello – è semplice: vi chiediamo di tassare noi, i più ricchi della società. Ciò non modificherà radicalmente il nostro tenore di vita, né priverà i nostri figli, né danneggerà la crescita economica delle nostre nazioni. Ma trasformerà la ricchezza privata estrema e improduttiva in un investimento per il nostro futuro democratico comune”.
I super ricchi spiegano anche non basta affidarsi alle loro donazioni una tantum o alla loro filantropia: “L’azione individuale – dicono – non può correggere l’attuale colossale squilibrio. Abbiamo bisogno che i nostri governi e i nostri leader guidino”.
E allora si dicono: “Orgogliosi di pagare di più per affrontare la disuguaglianza estrema”; “orgogliosi di pagare di più per contribuire a ridurre il costo della vita dei lavoratori”; “orgogliosi di pagare di più per educare meglio la prossima generazione”; “orgogliosi di pagare di più per sistemi sanitari resilienti”; “orgogliosi di pagare di più per infrastrutture migliori”; “orgogliosi di pagare di più per una transizione verde”; “orgogliosi di pagare più tasse sulla nostra estrema ricchezza”.
“La vera misura di una società – concludono i super ricchi – può essere trovata non solo nel modo in cui tratta i suoi membri più vulnerabili, ma in ciò che chiede ai suoi membri più ricchi”.
Non è la prima volta che un gruppo di miliardari sottoscrive una lettera per chiedere di essere tassato di più. Negli ultimi tre anni sono stati diversi gli appelli di questo tipo. Tutti, però, rimasti inascoltati dalla politica e dai loro “colleghi” super ricchi.