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Home » Economia

Gas, tetto ai prezzi e addio a TTF: il piano italiano per convincere l’Europa a fermare la speculazione

Immagine di copertina
Credit: Ansa foto

Il piano taglia-bollette da 25 miliardi di euro, al quale starebbe già lavorando Giorgia Meloni, guarda a Roma e a Praga. A Roma, per la via nazionale al disaccoppiamento dei costi del gas da quelli, decisamente, più bassi, dell’energia prodotta dalle rinnovabili. E il possibile addio all’indice Ttf come riferimento per i prezzi, a favore di un nuovo indice europeo mediato da Brent, Henry hub, e dagli indici Gnl di Cina e Australia, al quale sta lavorando il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani. Si guarda anche a Praga, perché il vertice europeo del 6 e 7 ottobre potrebbe dare indicazioni sul tetto al prezzo del gas

Ma, prima di brindare alla rottamazione degli speculatori, bisogna dare un’occhiata a quello che l’Italia proporrà come alternativa per la determinazione del prezzo. Infatti morto un papa se ne fa un altro e, se il piano venisse preso in considerazione, il prezzo che pagheremo per il gas verrà definito da un triangolo che unisce altri tre mercati provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Asia, rispettivamente Henry Hub, Brent e Jkm. Storicamente il primo ha prezzi molto inferiori per il gas, del quale gli Usa sono tra i primi produttori. Attualmente vi è venduto a 19,7 euro al Mwh. Facendo una media dei prezzi fissati in questi tre mercati, l’Europa dovrebbe sganciarsi dalla volatilità del Ttf che fa balzare il costo del Mwh ad ogni singhiozzo delle forniture.

Ma l’incognita che lega le mani all’Europa è anche il timore che siano le aziende fornitrici a boicottare la diminuzione delle bollette, decidendo di andare a vendere la preziosa materia prima ad acquirenti disposti a pagare di più. Si giungerà quindi a un compromesso: si passerà a borse più “stabili” ma, più che a un prezzo fisso, si ricorrerà ad una “forchetta” tra un prezzo minimo e un prezzo massimo basandosi sui valori di mercato. Il prezzo massimo potrebbe addirittura essere modulabile, per non spaventare troppo chi ci vende il gas.

Un’ennesimo vicolo cieco, con stati europei timorosi di rimanere senza fornitori e con riserve limitate. Infatti, nonostante le riserve europee siano quasi piene, esse non bastano a coprire tutti i mesi della stagione, sopratutto nei paesi più industrializzati e con inverni più freddi come la Germania. Le risposte del Mite, appoggiate anche dalla futura premier Giorgia Meloni, non promettono dunque di liberare i cittadini dagli interessi dei fornitori.

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