Con la pandemia le aziende litigano di più (anche da remoto)
Gli esperti legali: "Aumento consistente di contenziosi e arbitrari gestiti a distanza. Promosso il sistema giudiziario italiano grazie alla tempestiva informatizzazione"
È indubbio che la pandemia da Covid-19 abbia stravolto e rivoluzionato non solo la vita di milioni di persone ma anche il mondo aziendale e lavorativo. Dipendenti e professionisti si sono trovati da un giorno con l’altro a dover lavorare da casa o addirittura hanno dovuto adattarsi a fare un nuovo mestiere per poter avere ancora uno stipendio. Ma anche il comparto aziendale ha subito un duro contraccolpo; alcuni settori sono rimasti bloccati per mesi senza poter riprendere le attività, con ricadute a cascata per l’indotto e per interi comparti merceologici e di servizi.
In questo contesto le imprese sono state messe di fronte a nuove sfide gestionali, organizzative e commerciali che se da un lato hanno offerto nuove opportunità di sviluppo, una volta che le attività sono ripartite, dall’altro hanno dato origine anche a un incremento delle controversie e a nuove esigenze di gestione delle stesse. Tutto questo ha portato le imprese a una maggiore e reciproca litigiosità, che è sfociata in un incremento dei contenziosi.
“In particolare abbiamo riscontrato un aumento consistente delle cause legate agli inadempimenti contrattuali, come ritardi nella consegna della merce, alle eccezioni svolte sulla base di clausole di forza maggiore, nonché delle controversie legate ai contratti di locazione e alla loro rinegoziazione – commenta Massimiliano Perletti, avvocato e partner responsabile dei dipartimento di litigation di Rödl & Partner – Ma ancora più del contenzioso ordinario c’è stato un vero incremento di ricorso alle ADR, le Alternative Dispute Resolution, ovvero arbitrati domestici e internazionali, mediazione e negoziazione assistita”
Con la pandemia, nel mondo legale la practice del contenzioso è probabilmente una di quelle che ne ha risentito meno. L’escalation di contenziosi e arbitrati, infatti, è stato agevolato in buona parte dalla tecnologia che velocemente si è sviluppata per venire in contro alle esigenze di una minore mobilità.
“L’avvocato è una professione che può adattarsi agevolmente al lavoro da remoto – aggiunge l’avv. Perletti di Rödl & Partner – E in tutto questo la giustizia in Italia ha risposto tempestivamente con l’implementazione di un rapido processo di informatizzazione che ha consentito il prosieguo delle attività di contenzioso anche lontano dalle aule di Tribunale, andando a rafforzare quel processo di implementazione del così detto Processo Civile Telematico che ha avuto inizio già diversi anni fa. Grazie alla digitalizzazione la giustizia civile italiana è riuscita, così, a continuare a garantire a cittadini e imprese la tutela dei propri diritti in tempi più brevi e con modalità più snelle, informatizzate e meno burocraticizzate, portando l’Italia ad essere attrattiva anche per investimenti stranieri, a beneficio dell’intera economia nazionale.”