L’Ocse rivede la crescita dell’Italia: “Paese in recessione nel 2019, il Pil a -0,2 per cento”
L’Italia è in recessione nel 2019: questo il dato che emerge dall’Interim Economic Outlook stilato dall’Ocse e che rivede al ribasso le sue stime sul Pil italiano per l’anno in corso.
L’Ocse ha ridotto a -0,2 dal +0,9 per cento la previsione del novembre scorso e prevede anche che nel 2020 vi sarà una crescita dello 0,5 per cento, in ribasso rispetto al +0,9 per cento precedentemente stimato.
Le previsioni dell’Ocse sono decisamente inferiori rispetto a quelle del governo, che prevedeva un Pil in crescita dell’1 per cento nel 2019.
Al ribasso anche le stime dell’Ocse sulla crescita del Pil dell’Italia nel 2018.
Per quanto riguarda la crescita dell’economia globale, anche questa “continua a perdere slancio”, in particolare in Europa: il Pil globale “ha rallentato più rapidamente del previsto nella seconda metà del 2018, a circa il 3 per cento su base trimestrale, il livello più basso dalla meta’à del 2016”.
La crescita globale inoltre “continuerà a perdere slancio, passando dal +3,6 per cento del 2018 al +3,3 per cento del 2019 e al +3,4 per cento del 2020”.
Secondo l’Ocse, a causare il rallentamento dell’economia globale sono tre fattori: l’elevata incertezza politica, le continue tensioni commerciali e un’ulteriore erosione della fiducia delle imprese e dei consumatori.
Soprattutto in Europa ha pesato “l’incertezza politica” e ha anche criticato la Brexit e i suoi effetti: “Un’uscita disordinata aumenterebbe sostanzialmente i costi per le economie europee”.
Inoltre in Europa “l’incertezza politica è alta e potrebbe indebolire la crescita del credito” e la “produzione industriale è stata particolarmente debole”.
Il rallentamento globale, continua l’Ocse, ha pesato sull’export principalmente in Italia e Germania.
Nel suo report, l’Organizzazione affronta anche il tema delle barriere commerciali, tema tornato di attualità nel momento in cui sono in corso i negoziati tra Usa, Cina e Ue.
Per evitare e ridurre i rischi segnalati, l’Ocse suggerisce “ai governi di cooperare”, chiedendo nello specifico un intensificato dialogo multilaterale a livello globale e in Europa per ridurre l’incertezza politica, una maggiore solidarietà tra le banche centrali e coordinazione tra i governi dell’area dell’euro in quanto a gestione del bilancio e riforme strutturali.