Meloni, i piani per l’Agenzia delle Entrate: controlli solo ai grandi evasori
Meloni, i piani per l’Agenzia delle Entrate: controlli solo ai grandi evasori
“Il nostro motto sarà ‘non disturbare chi vuole fare’ “. Nel suo lungo discorso alla Camera, Giorgia Meloni ha dato ampio spazio all’economia, in assoluto il tema più affrontato nell’ora e dieci in cui si è rivolta ai deputati prima della fiducia al governo. La filosofia del nuovo esecutivo è chiara: “la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo stato tramite editto o decreto”. Quindi, “chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto”.
Una “rivoluzione copernicana” che dovrà portare a una riduzione delle imposte, una “tregua fiscale” e una “serrata lotta all’evasione fiscale”. Secondo la presidente del Consiglio, l’operato dell’Agenzia delle entrate dovrà partire da “evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva” e non dovrebbe più essere ancorato alle “semplice contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”. Il riferimento è ai controlli della guardia di finanza presso gli esercizi commerciali per verificare ad esempio l’emissione degli scontrini e la disponibilità del pos.
Il pugno duro nei confronti dei grandi evasori e una linea più morbida per gli altri contribuenti: la rotta tracciata da Meloni si tradurrà nelle prossime settimane in un nuovo condono, o anche solo una rottamazione, per le cartelle esattoriali. Il provvedimento potrebbe già trovare spazio nel primo decreto dedicato al caro energia. Secondo La Repubblica, allo studio c’è una sanatoria per i debiti iscritti a ruolo fino al 2015, per importi fino a 2mila euro, e una nuova rottamazione fino a giugno 2022 per debiti più consistenti, spalmati su rate quinquennali, con sanzioni e interessi al 5 percento.
“Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche ha citato la lotta all’evasione fiscale tra gli obiettivi del nuovo governo. Se il buongiorno si vede dal mattino, l’Italia rischia di andare in una direzione esattamente opposta”, ha commentato il responsabile economico del Partito democratico, Antonio Misiani.