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Manovra, per i Millennial la pensione anticipata sarà un miraggio

Immagine di copertina
Credit: Ronald Carreño/Pixabay

Manovra, per i Millennial la pensione anticipata sarà un miraggio

Per i lavoratori più giovani sarà ancora più difficile arrivare alla pensione anticipata. La legge di bilancio varata dal governo Meloni introdurrà un’ulteriore stretta rispetto a quanto già previsto dalla riforma Fornero, allentando invece i requisiti per arrivare alla pensione di vecchiaia.

La manovra, attualmente al vaglio del parlamento, prevede infatti che per andare in pensione a 64 anni con 20 di contributi chi ha iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996 (solo con il sistema contributivo) dovrà poter contare su un assegno di 3 volte superiore a quello minimo, pari a 503 euro. Una soglia quindi di 1.510 euro. Secondo la legge Fornero il multiplo era di 2,8, per un totale di 1.409 euro. La legge di bilancio prevede uno sconto per le madri: per le lavoratrici con un figlio il multiplo potrà rimanere a 2,8 per quelle con due figli scenderà a 2,6 (equivalente a 1.308 euro).

Nelle prime bozze, per la pensione anticipata era addirittura previsto un multiplo di 3,3, che avrebbe spinto la soglia a 1.661 euro. L’aumento alla fine è stato meno drastico, ma compensato da altri vincoli: tetto alla pensione pari a 5 volte la minima, che ne limita l’importo fino ai 67 anni, una finestra di tre mesi dal raggiungimento dei requisiti, l’adeguamento del requisito degli anni di contributi (ora 20) alla speranza di vita, quindi crescente nel tempo.

Un’inasprimento che ha l’obiettivo di compensare il taglio del vincolo sulla pensione di vecchiaia (67 anni con 20 di contributi) “per non pregiudicare la sostenibilità delle finanze pubbliche e del debito”, come spiega la relazione tecnica. In questo caso il governo Meloni ha infatti ridotto il requisito da 1,5 volte a una volta la pensione minima.

Secondo i risultati di una simulazione citata da Repubblica, per andare in pensione a 67 anni un lavoratore dipendente basterà avere un reddito di 17mila euro lordi all’anno per venti anni, rispetto ai 26mila euro necessari in precedenza. Un autonomo invece dovrà guadagnare 24mila euro, rispetto ai 36mila euro di prima. Questo per avere l’assegno minimo di 503 euro al mese.

Andare in pensione a 64 anni sarà, come detto, più difficile: un lavoratore dipendente dovrà aver guadagnato 46mila euro all’anno per 25 anni rispetto ai 43mila di prima. Per un autonomo la somma sale a 63mila euro, rispetto ai 59mila di prima.

Chi non soddisfa questi requisiti dovrà attendere per riscuotere la pensione di vecchiaia senza vincoli. Con 5 anni di contributi, attualmente si devono attendere i 71 anni. Età che, con l’adeguamento alla speranza di vita, arriverà a 75 anni.

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