Legge di bilancio: Banca d’Italia boccia proposte su contante, tregua fiscale e flat tax
Legge di bilancio: Banca d’Italia boccia proposte su contante, tregua fiscale e flat tax
“Rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese”. È il giudizio della Banca d’Italia su alcune delle riforme più discusse della prossima legge di bilancio, da poco approdata in parlamento. Durante l’audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, il dirigente Fabrizio Balassone ha detto che “contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi anni” l’innalzamento da mille a 5mila euro del tetto all’uso del contante e la fine alle sanzioni per chi non accetta i pagamenti con carte sotto i 60 euro “vanno nella direzione di agevolare l’uso del contante”. “I limiti all’uso del contante rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”, ha detto il capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, ricordando che “rispetto al 2016, la precentuale di transazioni effettuati col contante è diminuita in Italia pur restando maggioritaria”. “Sono emersi studi che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa. C’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l’evasione fiscale”, ha detto Balassone, citando anche “le raccomandazioni Ue” che “muovono in questa direzione”. “La definizione di sanzioni amministrative” per chi rifiuta i pagamenti digitali “era inclusa tra i traguardi del Pnrr del primo semestre di quest’anno”, ha aggiunto Balassone. Questi provvedimenti, assieme ad altri che “riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola”, sintetizzati dalla stampa come tregua fiscale, “rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.
“La piena attuazione delle riforme e investimenti del Pnrr potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e di riflesso al miglioramento della finanza pubblica”, ha sottolineato il dirigente di via Nazionale, che ha criticato l’introduzione della flat tax.
“La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”, ha commentato, parlando di “aspetti critici” in “alcune delle misure non connesse all’emergenza energetica” che “la Banca d’Italia ha più volte segnalato anche in passato con riferimento a misure analoghe”. “In un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’irperf comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo”, ha ribadito Balassone, che ha invece valutato positivamente i risultati del reddito di cittadinanza. “L’introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del welfare del nostro paese”, ha evidenziato, per poi citare l’Inps secondo cui, senza questo strumento, nel 2020 ci sarebbero stati “un milione di individui poveri in più”. Secondo Balassone, la riforma annunciata dal governo, che dal 2023 intende abolire il rdc sostituendolo con un nuovo aiuto, “potrebbe rafforzare” la misura sotto il profilo dell’accompagnamento al lavoro, che presenterebbe alcune criticità.
La manovra, che il parlamento dovrà approvare entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio, varrà 39,2 miliardi di euro secondo le stime di Palazzo Koch. “Tra le coperture la principale misura di entrata è l’introduzione di prelievi temporanei sulle imprese del settore energetico (4 miliardi il prossimo anno); dal lato delle spese i maggiori risparmi derivano dalla modifica dei criteri di indicizzazione al costo della vita delle pensioni (3,3 miliardi nel 2023 e circa 6,5 in ciascuno dei due anni successivi, al lordo degli effetti sulle entrate)”, ha precisato Balassone. “Tra i provvedimenti che accrescono le spese si segnalano per entità quelli relativi alla sanità, al pubblico impiego e alle pensioni (complessivamente 4,9 miliardi nel 2023)”. Secondo Banca d’Italia, la politica di bilancio del centrodestra “mira ad un’ulteriore riduzione del rapporto debito/prodotto nel triennio di programmato”. “Dato l’alto livello del debito pubblico, la richiamata incertezza sulle prospettive economiche e gli elevati livelli dei tassi di interesse, mantenere fermo questo obiettivo è una scelta necessaria”, ha detto Balassone.