Reddito di cittadinanza, via alla fase due: ma il 30% dei beneficiari non si presenta ai colloqui
Il dato riguarda la Regione Lazio. L'assessore regionale al Lavoro Di Berardino incontra la ministra Catalfo
Reddito di cittadinanza, via alla fase due: il 30% non si presenta ai colloqui
Reddito di cittadinanza, via alla fase due. Ma i primi dati, quelli del Lazio, non sono confortanti sulla capacità della misura di introdurre i beneficiari nel mondo del lavoro. Il 30 per cento dei percettori di reddito di cittadinanza, infatti, non si presenta ai colloqui organizzati dai centri per l’impiego.
Sono 8.172 i colloqui fatti dai centri per l’impiego del Lazio ai beneficiari del Reddito di cittadinanza a fronte di 11.560 titolari del reddito convocati. I dati, aggiornati al 16 ottobre, sono della Regione Lazio. In questo 30 per cento di persone che non si è presentato al colloquio molti sono esonerati e quindi assenti giustificati come mamme con figli piccoli, persone in malattia ecc.
A fine settembre la percentuale di coloro che era assente giustificato era circa la metà dei convocati che non arrivavano al colloquio. Oggi gli assessori al lavoro delle Regioni avranno un incontro sulla fase due del Reddito con la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.
I patti di servizio sottoscritti dai centri per l’impiego del Lazio sono 5.236. Entro metà dicembre dovrebbero essere fatti colloqui a 28.000 beneficiari di reddito nella Regione.
Reddito di cittadinanza, fase due: i numeri del Lazio
Dai dati più recenti nel Lazio sono state accolte 85.003 domande di Reddito (tra le quali 73.163 di Rdc e 11.840 di Pensione di cittadinanza) ma bisogna considerare che ci sono molte persone che sono fuori dal percorso di inserimento lavorativo come le donne in gravidanza, quelle che hanno figli di età inferiore a tre anni, quelle che hanno persone non autosufficienti da accudire, chi frequenta corsi di formazione, chi lavora ma ha un reddito sotto la soglia che consente di ottenere il sussidio, ecc.
“Stiamo procedendo speditamente – dice l’assessore al Lavoro del Lazio , Claudio Di Berardino – con la convocazione dei beneficiari e con la firma dei patti per il lavoro. La fase più importante è la successiva, quella in cui si dovrà realizzare l’inserimento occupazionale. Il vero obiettivo da raggiungere deve essere il lavoro e non l’assistenza al reddito. Solo così si possono liberare i beneficiari dalla situazione di bisogno in cui si trovano”.
“Oggi incontreremo il ministro Catalfo – conclude – e come Regione porremo delle questioni per definire ulteriori aspetti legati all’attuazione della misura e in particolare lo sblocco del contratto di ricollocazione”.