Reddito di cittadinanza, quando arriva la convocazione dei Centri per l’impiego per i beneficiari?
Reddito di cittadinanza convocazione Centri per l’impiego: quando arriva?
Reddito di cittadinanza convocazione Centri per l’impiego | Saranno trasmessi alle Regioni a partire dal 24 giugno, come annunciato dal presidente Anpal (Agenzia nazionale politiche attive sul lavoro) Domenico Parisi, le liste con i beneficiari del reddito di cittadinanza per la convocazione nei Centri per l’impiego ai fini della sottoscrizione del Patto per il Lavoro e di Inclusione Sociale.
La seconda fase del reddito di cittadinanza, quella in cui i diversi beneficiari vengono accompagnati in un percorso finalizzato alla ricerca di un impiego nonché al miglioramento della loro condizione socio-economica, sta dunque per scattare. Chi dovrà assistere i singoli percettori del sussidio economico di contrasto alla povertà in questo percorso, però, cioè i famosi navigator, non è ancora stato assunto: si potrebbe dire, infatti, che se il reddito di cittadinanza si avvia verso la sua seconda fase, per quanto riguarda i navigator si è ancora fermi alla fase uno. Per quanto riguarda il concorso Anpal, infatti, finalizzato all’inserimento nei diversi Centri per l’impiego delle regioni di 3mila navigator del reddito di cittadinanza, il primo step, quello della prova preselettiva, si svolgerà alla Fiera di Roma nelle giornate del 18,19 e 20 giugno 2019.
Tuttavia dalle Regioni fanno sapere che i Centri per l’impiego, in attesa dell’assunzione delle nuove figure per la quale è necessario attendere ancora qualche mese, si stanno comunque organizzando al fine di adempiere a questo compito.
Reddito di cittadinanza convocazione Centri per l’impiego | Chi la gestisce?
A partire dal 24 giugno, quindi, inizieranno le convocazioni ai Centri per l’impiego: ad essere chiamati per primi, come spiegato da Parisi, saranno i 120mila beneficiari i cui nominativi sono già stati trasmessi all’Anpal e per i quali sono già pronti i vari percorsi personalizzati.
A gestire la “fase 2” del reddito di cittadinanza, dunque, saranno gli operatori di Anpal Servizi, compresi i 654 precari in attesa di stabilizzazione e le cui proteste vanno ancora avanti da un anno a questa parte: “In questa fase strategica saremo noi ad affiancare il personale dei Centri per l’impiego. Noi chiediamo di essere stabilizzati indipendentemente dalle convenzioni con le Regioni perché il nostro lavoro riguarda il complesso delle politiche attive per il lavoro, e non solo il reddito di cittadinanza”, ha spiegato il Coordinamento precari. Solo 449 addetti di Anpal, su un totale di 1.100, sono inquadrati con un contratto a tempo indeterminato e la stabilizzazione di tutti i precari sembra essere ancora lontana. Mercoledì 12 giugno c’è stato l’incontro tra il sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi e Domenico Parisi, il quale si è risolto con un rinvio: in sostanza il vertice di Anpal ha annunciato ai sindacati l’inserimento a tempo indeterminato in tre anni di circa 400 persone sulla base di prove a evidenza pubblica, ma tali stabilizzazioni – che lascerebbero comunque fuori circa 200 persone – sono vincolate alla stipula dell’accordo con le Regioni.
“È un risultato deludente rispetto a quello che chiedevano, non c’è un piano industriale, non ci sono numeri né date certe. Tutto è fumoso, non vorremmo che questo fosse un gioco delle parti in cui noi potremmo finire per essere l’agnello sacrificale. Non è chiaro perché la nostra stabilizzazione debba essere legata alle Regioni, dal momento che l’azienda che deve assumere è ministeriale. Noi chiediamo che sia invece avviata prima dell’assunzione dei navigator”, sono le parole di sconforto sempre del Coordinamento precari di Anpal Servizi.
Reddito di cittadinanza convocazione Centri per l’impiego | Come funziona?
Ma cosa succede in caso di mancata presentazione a seguito della chiamata del centro per l’impiego? Nel caso in cui il beneficiario del reddito di cittadinanza sia impossibilitato a presentarsi al Centro per l’impiego nel giorno indicato al momento della convocazione è necessario che fornisca una motivazione per la sua assenza. In caso contrario, infatti, alla prima assenza – anche se di uno solo dei componenti il nucleo familiare – scatta la segnalazione all’Inps e la decurtazione di una mensilità del sussidio.
Se poi il beneficiario non si presenta al secondo appuntamento la sanzione diventa la decurtazione di due mensilità e, dalla terza mancata presentazione, secondo quanto previsto dal decreto 4/2019, scatta la decadenza del beneficio. In questo caso è opportuno ricordare che, una volta decaduto il diritto a percepire il sussidio, è possibile presentare una nuova domanda solo dopo 18 mesi (o 6, in caso di presenza nel nucleo familiare di minori o disabili).
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