Italian Slow Food: la soluzione “chiavi in mano” per ripartire dopo la pandemia
Gli ultimi due anni di pandemia hanno messo letteralmente in ginocchio il settore della ristorazione che, tra restrizioni, coprifuoco e chiusure, ha dovuto fronteggiare una crisi economica mai affrontata in precedenza, vista la grande perdita di clientela e un paura generalizzata che ancora sta arrecando danni seri all’intero comparto. Una situazione che ha avuto come conseguenza la chiusura di migliaia di locali in tutto il nostro Paese, causando disoccupazione e difficoltà reali e quotidiane ad andare avanti.
Tra coloro che hanno davvero corso il rischio di dover rinunciare al proprio business, c’è Gianluca M. Per raccontare la sua storia dobbiamo fare un passo indietro di tre anni. Siamo nel 2019 e Gianluca lavora ormai da molto tempo come direttore di un ristorante pizzeria nel centro di Roma. Insieme alla moglie ha costruito una bellissima famiglia grazie all’arrivo di due figlie, Lavinia e Bianca, che oggi hanno rispettivamente sette e cinque anni. A luglio 2019, compiuti i quarant’anni, Gianluca ha deciso di mettersi in proprio, abbandonando il suo ruolo nella precedente attività, per aprire una pizzeria tutta sua.
Sbrigato l’iter burocratico e una volta individuato l’immobile adatto, il nostro protagonista si è impegnato economicamente con un istituto bancario per aprire un mutuo e ottenere le risorse necessarie, da sommare ai propri risparmi, per l’acquisto dei macchinari e degli arredi, nonché per far fronte alle ingenti spese di avviamento e assunzione del personale.
«L’apertura della mia pizzeria è stato il momento lavorativo più bello della mia vita. Oltre ai miei amici e conoscenti, sono venuto molti curiosi o semplici passanti attirati dalla folla». Queste le sue parole. Poi la batosta.
L’arrivo del Covid a febbraio 2020 e il lockdown di marzo hanno spento sul nascere ogni buon proposito. I mesi in cui la saracinesca è stata abbassata hanno lavorato sui fianchi di Gianluca, trovatosi improvvisamente senza lavoro, con un’attività nuova da tenere in piedi, le scadenze dei pagamenti e quei risparmi sempre più esigui, visto anche l’investimento iniziale.
«Se non ci fossero stati i miei genitori e quelli di mia moglie a darci una mano non ce l’avremmo mai fatta». Terminato il lockdown, non finiscono però i problemi. La situazione in Italia è quella che è e le persone continuano ad aver paura di andare al ristorante. Per Gianluca è tempo di tagli: «Ho dovuto mandare via i due camerieri e chiedere tempo al proprietario del locale. I fornitori giustamente volevano essere pagati ma per me era diventato oggettivamente impossibile». A questo si aggiungono le rate non pagate del finanziamento preso per acquistare il forno e le attrezzature necessarie. «Quando mi hanno portato via il forno, mi è crollato il mondo addosso. Cosa faccio ora? Avevo vergogna a tornare a casa dalla mia famiglia, cercare di sorridere alle mie figlie malgrado il dramma che stavo vivendo. A quel punto sono stato costretto a chiudere e mi sono preso del tempo per ragionare».
Gianluca in pochi mesi ha visto perdere tutto quello che aveva faticosamente costruito, ma non era intenzionato ad abbandonare il suo sogno. Tornato a lavorare in un ristorante come cameriere, ha cominciato a cercare in rete una possibile soluzione: «Un giorno mentre navigavo su internet mi sono imbattuto in una società che si occupa di macchinari per la ristorazione e mi si è aperto un mondo». L’azienda in questione è Italian Slow Food, leader del settore food da oltre trent’anni specializzata nella fornitura di macchine professionali, come forni per pizza e macchine per frozen yogurt e crepes.
Dopo essersi confrontato con la sua compagna, Gianluca decide di incontrare i rappresentanti di Italian Slow Food, per ripartire nella sua avventura: «Mi hanno accolto serenamente, ascoltando la mia storia e comprendendo le mie difficoltà, dandomi una nuova possibilità. Li ringrazierò per sempre».
Grazie al sistema del comodato d’uso, Gianluca ha potuto avere un forno elettrico per pizza professionale, senza dover far fronte all’ingente spesa relativa al suo acquisto. Trovato un nuovo locale, ha aperto una nuova pizzeria e, sfruttando la formula “All Inclusive”, ha usufruito anche della fornitura di tutti gli utensili, degli ingredienti necessari e del materiale pubblicitario.
La soluzione del ‘chiavi in mano’ per aprire un’attività di ristorazione
«Sono rinato. A differenza del passato, sono io stesso a realizzare le pizze per i miei clienti, grazie al forno automatico che non necessita di un pizzaiolo professionista e di una formazione specifica, potendo contare su una fornitura costante da parte di Italian Slow Food di tutti i preparati di base e gli ingredienti per offrire un prodotto di altissima qualità e gusto». Sembrano ormai lontani i momenti drammatici del recente passato: «Con il comodato d’uso e la formula “chiavi in mano” ho potuto ricominciare a lavorare fin da subito, dovendo solo stringere un contratto con l’azienda per la fornitura degli ingredienti, fondamentali per portare avanti l’attività».
Oggi Gianluca è felice e porta avanti la sua pizzeria con orgoglio, senza dimenticare il passato: «Sono stato sull’orlo del baratro ma fortunatamente ho trovato delle persone che mi hanno supportato e aiutato a ripartire. Incontrare Italian Slow Food mi ha salvato la vita».
La pandemia, che sembra essere nella sua fase calante, ha lasciato molti strascichi in tutti i settori economici, ma grazie all’aiuto e alla vicinanza di aziende come questa chiunque può risollevarsi e mettersi alle spalle anche i momenti più bui, come ha fatto Gianluca che chiude con una battuta: «Alcuni miei amici mi hanno chiesto informazioni su come ho fatto. Ovviamente gli ho raccontato tutto, ma non vorrei che adesso mi facciano concorrenza! Magari possono aprire una gelateria, no?!».