Cassa integrazione in deroga, perché non viene pagata? Burocrazia e ritardi delle Regioni: gli ultimi dati Inps
Cassa integrazione deroga, perché non viene pagata? Burocrazia e ritardi delle Regioni: gli ultimi dati Inps
Come mai non è ancora stata pagata la cassa integrazione in deroga? Questa la domanda che si stanno ponendo migliaia di lavoratori italiani che ad oggi, i primi di maggio, ancora non hanno ricevuto i soldi dei loro stipendi, che attendono da marzo, cioè da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus ed è stato disposto il lockdown. Uno strumento, quello della cassa integrazione, a cui il governo ha fatto ricorso tramite il decreto Cura Italia proprio al fine di aiutare le aziende a sostenere il costo del lavoro nei mesi di chiusura di tutte le attività non essenziali. L’esecutivo ha previsto, oltre alla cassa integrazione ordinaria, anche quella in deroga per aiutare le imprese con meno di cinque dipendenti, alle quali normalmente non è destinato tale strumento; a tutt’oggi, però, le pratiche lavorate e le persone che hanno ricevuto i pagamenti della cassa integrazione deroga sono ancora una piccola percentuale del totale.
A dimostrarlo i dati Inps, diffusi dall’istituto di previdenza il 6 maggio e che dimostrano ritardi soprattutto per quanto riguarda queste domande. Al 3 maggio sono 173.565 quelle determinate dalle singole regioni e inviate all’Inps per autorizzazione al pagamento, di cui 85.046 autorizzate dall’istituto e 29.600 pagate a 57.975 beneficiari. Tra tutte le regioni, tra l’altro, quella che risulta essere più indietro è proprio la Lombardia, territorio più colpito dall’epidemia da Covid-19: qui sono appena 37 le domande decretate e 33 quelle autorizzate dall’Inps. Le cose, tuttavia, sembrano andare meglio se si parla di cassa integrazione ordinaria, richiesta da 5.205.442 lavoratori. Di questi, sempre secondo gli ultimi dati Inps, 3.760.181 hanno già ricevuto l’anticipo dalle aziende con conguaglio Inps e 1.445.261 hanno ricevuto il pagamento diretto dall’Inps.
Pagamenti in ritardo: perché?
Dunque, qual è la ragione del ritardo di questi pagamenti? Perché a molti lavoratori non è ancora arrivata la cassa integrazione in deroga? Questo strumento, in particolare, segue un percorso burocratico molto più lento rispetto alla cassa ordinaria, poiché ogni impresa, prima di inviare la richiesta all’Inps, deve passare per la sua Regione. Ci sono regioni che sono riuscite a lavorare più in fretta le pratiche mentre altre hanno riscontrato maggiore difficoltà, nel quadro comunque di una situazione complessa e inedita come quella dell’emergenza Coronavirus. Le richieste di cassa integrazione, infatti, oggi superano di gran lunga quelle pervenute durante la crisi economica del 2008, e il personale Inps, già numericamente inferiore per effetto della riforma Quota 100, si è trovato a dover gestire una grande mole di lavoro. Il perché non sono ancora arrivati tanti pagamenti, dunque, risiede sia nella lentezza del procedimento per la richiesta della cassa integrazione in deroga, che nella difficoltà di alcune regioni nel gestire le pratiche. Si pensi che a metà aprile in Lombardia, la Regione che come anticipato vede il ritardo più consistente per quanto riguarda queste domande, meno di 20 pratiche erano state inoltrate all’istituto di previdenza per essere lavorate.
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