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Lavoro, no al salario minimo. Il Cnel affossa la proposta dell’opposizione: “Concentrarsi sui contratti collettivi”

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Lavoro, no al salario minimo. Il Cnel affossa la proposta dell’opposizione: “Concentrarsi sui contratti collettivi”

Porta chiusa al salario minimo. Il Cnel, chiamato a esprimersi da Giorgia Meloni, ha accolto le obiezioni del governo alla misura invocata dall’opposizione.

Il documento tecnico approvato dalla Commissione dell’informazione del Cnel mette l’accento sulla copertura della contrattazione collettiva, derubricando a “fenomeno marginale” quello dei contratti pirata. “Un trattamento retributivo contrattuale è per definizione adeguato se frutto di un sistema di relazioni industriali rappresentativo”, riporta la relazione sul lavoro povero e il salario minimo, osservando che in Italia il tasso di copertura dei contratti nazionali “si avvicina al 100 percento”.

Un orientamento che esclude proposte come quella dell’opposizione che, con l’eccezione di Italia viva, chiede un salario minimo di 9 euro lordi.

“Sul salario minimo il Cnel certifica di essere ente inutile”, ha attaccato l’economista Tito Boeri. “Nessuna riflessione sui limiti dei dati disponibili. Aberrante la conclusione che la povertà fra chi lavora è un problema di bassa produttività. Molti lavoratori in Italia sono pagati meno del valore di cio che producono”.

Critico anche l’economista dell’Ocse Stefano Scarpetta. “Il salario minimo non è uno strumento di lotta alla povertà, quello semmai era il reddito di cittadinanza: serve a dare a tutti i lavoratori un livello di dignità adeguato a un paese industrializzato. La povertà lavorativa è il vero problema”, ha detto a Repubblica. “In Germania si è partiti anni fa da 7,25 euro, e poi si è sottoposta la misura a una verifica annuale. I rischi di un’ondata di licenziamenti si sono dimostrati infondati, perché la disoccupazione non è peggiorata, così il salario minimo è stato via via alzato fino a 12 euro. Ora c’è una richiesta sindacale di portarlo a 14”, ha aggiunto, ricordando che il salario minimo “esiste in quasi tutta Europa e in 30 paesi su 38 dell’Ocse”.

A questo primo documento del Cnel, approvato con il voto contrario della Cgil e l’astensione della Uil, seguirà una seconda parte sulle proposte, che sarà consegnata ai consiglieri entro il 6 ottobre. Il documento finale sarà poi discusso in assemblea del Cnel il 12 ottobre. Cinque giorni dopo, il 17 ottobre, la proposta dell’opposizione tornerà invece alla Camera per il voto.

“Il salario minimo serve a quei tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che in Italia sono poveri anche se lavorano e non è un destino accettabile perché incide sulle prospettive di vita, sulla paura di futuro che noi vogliamo contrastare”, ha detto Elly Schlein, ricordando la recente sentenza della Cassazione che apre alla fissazione di un “giusto salario costituzionale”.  “Continueremo a insistere che il governo voti con noi la proposta unitaria delle opposizioni che dice due cose fondamentali: la prima è che bisogna rafforzare la contrattazione collettiva e bisogna far sì che questo spazzi via i contratti pirata, quei contratti fatti per produrre precarietà. E dall’altra parte fissa una soglia, quella dei nove euro all’ora sotto la quale nemmeno la contrattazione collettiva possa scendere”, ha aggiunto.

Giuseppe Conte ha invece ricordato la raccolta firme a sostegno della proposta. “L’8 ottobre lanciamo il firma day e io sarò con voi, prima a Foggia, poi a Napoli, quindi a Roma”, ha detto.

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