Landini: “Pensione a 62 anni per tutti, ecco la proposta di Cgil, Cisl e Uil”
Landini: “Pensione a 62 anni per tutti”
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, invoca una riforma della previdenza sociale che consenta a tutti di andare in pensione a 62 anni. La proposta è contenuta nel piano elaborato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che bocciano sia l’opzione Quota 102 sia l’ipotesi di pensionamenti anticipati in cambio di un sistema interamente contributivo.
La piattaforma dei sindacati “rivendica un’uscita flessibile a partire da 62 anni”, conferma Landini, intervistato dal quotidiano La Stampa. Il 27 gennaio prenderà il via una trattativa tra Governo e associazioni dei lavoratori su una riforma complessiva delle pensioni. “Ci sono tutte le condizioni per fare un buon lavoro”, sottolinea il leader della Cgil.
Landini accusa la legge Fornero di aver “aumentato le diseguaglianze” e di non aver “risolto i problemi”. “Bisogna ricostruire un sistema pensionistico pubblico degno di questo nome”, osserva. “Primo, acceleriamo la commissione sulla separazione tra spesa previdenziale e assistenziale e quella sui lavori gravosi. Secondo, serve una pensione di garanzia per i giovani e per chi ha avuto lavori discontinui e precari. Terzo, bisogna riconoscere il lavoro di cura delle donne, che non si può trasformare in una tassa. Quarto, serve un meccanismo di uscita flessibile. Quinto, rivalutazione delle pensioni e legge sulla non autosufficienza. Proposte praticabili, e le risorse si possano trovare”.
La proposta sull’uscita anticipata a 62 anni era stata illustrata nei giorni scorsi al quotidiano Repubblica da Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil con delega alla previdenza. “Proponiamo di tornare allo spirito della riforma Dini che prevedeva un’uscita flessibile da 57 a 65 anni di età, ma solo per i contributivi puri che lavorano dal 1996. Noi chiediamo di applicare questa idea anche ai ‘misti’. E di fissare i requisiti a 62 anni e 20 di contributi. Le persone devono poter scegliere quando lasciare il lavoro dai 62 anni in poi. O a prescindere dall’età con 41 anni di contributi”.